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Teatro

Chiara Becchimanzi: "La mia terapia di gruppo tra disagi e risate. Ma non devo piacere a tutti"

Attrice, autrice, regista, alterna il teatro tradizionale alla stand up comedy. Venerdì 26 maggio è a Tanganica

Quando sale sul palco racconta i fatti suoi, che qualche volta sono anche i fatti degli spettatori degli spettacoli precedenti. O di quelli che le scrivono sui social. Perché lei sta sui social, su Instagram ha 54mila follower, ma non cerca “compagnia” o fidanzati. Per quello è già a posto. Lo scrive nero su bianco, in fondo alla biografia sul suo sito, Chiara Becchimanzi. Perché meglio essere chiari da subito, chiari e diretti come sul palco. Dove, da comedian, porta molto di sé e di quello che la circonda. Dal personale al generale, spiega. Secondo uno “schema”, per così dire, da “vecchia scuola” del genere. E allora, è normale che quando vai a un suo spettacolo di stand up comedy devi essere pronto a tutto, compreso a finire per essere parte dello spettacolo.  “Ho un repertorio ovviamente – spiega – al quale attingo a seconda della situazione in cui mi trovo, al luogo dello spettacolo, al tipo di pubblico, a come è possibile interagire, se l’interazione c’è. Perché se faccio una domanda e, per varie ragioni, non c’è modo di sentire la risposta, è meglio cambiare strada”. Allora ci sono i cavalli di battaglia che reggono per la parte in cui lo spettacolo non è improvvisazione, ma anche contingenza, esigenza di esprimersi per dire qualcosa. Ho l’arroganza di pensare con la stand up comedy possa cambiare le persone”.

“Devo dire – spiega ancora – che nei miei spettacoli mi espongo, inevitabilmente, molto. Parlando di disagi personali, di punti di vista su tanti argomenti, compresa la politica. E di questa esposizione mi prendo pure le conseguenze”. Che sono buone, ma anche brutte. “Non sempre l’ironia viene colta o tra il pubblico può esserci quello che rimane in qualche modo ferito da questa ironia. E poi capita che ci sia chi ti aspetta fuori perché vuole picchiarti”. Davvero? “Davvero”. Quello che è il suo intento comunicativo è di “portare il pubblico nel mio mondo, non amo uno stile aggressivo e anche la chiusa greve, quando c’è, non è fine a sé stessa. Ha un suo perché”.

Chiara Becchimanzi viene dal teatro tradizionale e sociale, dalla regia teatrale, dagli studi di accademia, “E quando posso, appena posso, a quel mondo torno”. È un’artista, in questo senso, a più dimensioni. Una particolarità a cui non rinuncia anche nella sua versione da comedian: “Non tutti sono d’accordo su questo, i puristi, in generale, storcono un po’ il naso” di fronte a questa sorta di contaminazione. “Io credo che invece sia normale, sia giusto portare sul palco quello che si è e quindi anche l’essere un’attrice di teatro tradizionale con il suo linguaggio”. Che, ricorda, alla stand up comedy è arrivata per caso, spronata da Daniele Fabbri, con il quale aveva dato vita al Social comedy club, un collettivo dove più forme d’arte si incontrano e si possono mescolare. “Una volta mi ha detto: perché non scrivi qualcosa? Quel qualcosa è finito a Comedy Central per un provino, era un pezzo sul mio cognome, diventato poi, inaspettatamente virale”. E così è iniziata. Le sue performance sono anche in internet, sui suoi profili social, dove non mancano commenti e critiche, "Guardarli non è obbligatorio eh. Tra l'altro, più commentano i miei reel e più se ne troveranno". Ma come prosegue la storia? Cosa dovrà aspettarsi il pubblico di Perugia venerdì 26? “A Perugia ho fatto una delle serate più belle di quest’anno. Ero al Rework, bel posto. Pubblico reattivo, se vuoi anche preparato a quello che avrebbe potuto trovarsi di fronte. Insomma, i presupposti per una bella serata ci sono. Poi vedrò al momento”. Del resto, funziona così. “Il format che porto avanti è quello di una terapia di gruppo, in fin dei conti la intendo così. Un confronto, magari pure uno scontro, su disagi, disavventure, debolezze e forze. Mi espongo sempre, l’ho detto. Parto da me per parlare del generale. Cerco di essere autentica, è quello che mi preme realmente. Far ridere o rassicurare più persone possibili? No, non è il mio caso”. Chiara Becchimanzi è attesa venerdì 26 alle 21.30 in piazza Birago, nell’ambito di Tanganica Festival. Stato libero della risata.

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