A Bevagna un classico “pirandelliano” rivisitato dalla regia di Matteo Tarasco: ‘Enrico IV (ma forse no)’
Un classico di Luigi Pirandello, rivisitato però dalla brillante regia di Matteo Tarasco, sarà il prossimo appuntamento della stagione artistica 2015/2016 del teatro Francesco Torti di Bevagna.
Sabato 23 gennaio alle ore 21.15 (biglietto intero 18 euro, ridotto 15 euro) andrà in scena ‘Enrico IV (ma forse no)’, con Sidy Diop, Federico Le Pera, Tiziano Panici, Brenno Placido, uno spettacolo che arriva dopo l’avvio nello scorso mese di dicembre del cartellone del Torti con lo spettacolo di Marco Morandi ‘Nel nome del padre’.
‘Enrico IV (ma forse no)’ è quindi un excursus drammaturgico all’interno di uno dei capolavori del Novecento, l’Enrico IV di Luigi Pirandello. Immaginiamo così di raccontare la famosa storia dell’uomo che si crede Re Enrico IV in seguito ad una caduta da cavallo durante una festa in maschera, dal punto di vista dei finti consiglieri segreti, Arialdo, Ordulfo e Landolfo.
La storia si svolge nel presente e si ambienta nel garage della grande villa dove vive l’uomo che si crede Enrico IV. Questo luogo sotterraneo, squallido e oscuro, è al contempo camerino e residenza dei tre “vassalli”, ovvero tre giovani attori disoccupati, i quali, non trovando una “scrittura” migliore, hanno accettato il lavoro offerto loro da un certo Di Nolli, parente dell’uomo che si crede Enrico IV. In questo sottosuolo, che è anche luogo metaforico, le vite quotidiane dei tre giovani attori - Federico, Brenno e Tiziano - si fondono con la vita inventata di Enrico IV, che mai apparirà in scena, ma che i “vassalli” spiano attraverso i televisori del Circuito Chiuso.
La storia inizia nel giorno in cui è atteso l’arrivo del sostituto di Tito, un quarto “vassallo” di recente scomparso in circostanze misteriose. Ma per un errore del Di Nolli, o forse per un caso fortuito, giunge alla villa Said, un migrante del Gabon, il quale, catapultato da un mondo lontano in questo palcoscenico di pazzi, si troverà a dover recitare la parte di un improbabile Belcredi. In una sorta di thriller grottesco si dipanerà un gioco delle parti ove nulla è come appare.