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Il maltempo non ferma lo spettacolo francescano di Stefano De Majo

Così il Poverello, attraverso la voce e i gesti di Stefano De Majo, si è raccontato facendo divertire e commuovere

Il maltempo non ferma lo spettacolo francescano di Stefano De Majo… anzi gli dà forza perché “the show must go on” e fu un successo.

È accaduto domenica, al boschetto sacro di Monteluco, di fronte a un numerosissimo pubblico, accorso malgrado il forte maltempo.

Così accade che lo spettacolo inizi sotto la pioggia. All’intorno si scatenano tuoni e fulmini, mentre, nel bosco in cui avvenne la conversione del Poverello, è sembrato che il tempo – e il maltempo - si fosse fermato.

Così il Poverello, attraverso la voce e i gesti di Stefano De Majo, si è raccontato facendo divertire e commuovere.

Oltretutto, lo spettacolo non ha potuto fruire dell’amplificazione per voce e strumenti, avvenendo in forma acustica. Voce dal vivo, usando solo violino e tromba come accompagnamento. Sembrava quasi il trionfo della naturalezza e della semplicità francescane.

Anziché tradursi in una limitazione, la circostanza ha reso ancor più suggestiva la performance teatrale con il frusciare del vento tra le foglie del bosco e i tuoni a riecheggiare in alto, realizzando una perfetta colonna sonora.

A rendere ancor più magica la performance, il Maestro Igor Borozan ha compiuto una creazione estemporanea su un drappo, usando le terre, il fango e le foglie del boschetto. Ne è uscita una specie di Sindone francescana che ha richiamato l’immagine dantesca nel suo poema immortale: il poverello di Assisi, nuovo sole di Cristo.

Non a caso, con l'evocazione che parafrasa Dante, inizia e termina la performance di De Majo, attore e scrittore di vaglia: “...nato da quella costa di terra che ha nome Ascesi, venne al mondo un nuovo sole, umile e altissimo, come colui che fu già posto in croce. Ma chi vuol dirne parola non dica Santo o Francesco, il suo terreno nome, ma allodola del Signore, se proprio dir vuole”.

Come si dice: “Caso è il nome di Dio, quando non voleva firmare”. E qualche volta anche il maltempo può diventare, francescanamente, “fratello”.

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