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Rubrica "Visti per Voi al Teatro": Branciaroli al Morlacchi in uno splendido Macbeth

Vivo successo per il “Macbeth” in scena al Morlacchi. Malgrado si tratti di un’opera molto impegnativa, della durata di due ore e mezza, con una messinscena filologica e dunque complessa, lo spettatore ne resta profondamente impressionato. E non si annoia. Non è la prima volta che Franco Branciaroli – stavolta anche in veste di regista – si cimenta con l’opera del Bardo: infatti impersonò Macbeth nell’edizione diretta da Giancarlo Sepe, nel 1994. Nel corso della sua carriera ha interpretato anche altri personaggi shakespeariani, come Otello e Riccardo III.

La proposta di Branciaroli si fonda su una lettura interpretata, ma non banalmente attualizzata, del dramma dell’uomo, traguardato attraverso l’ambizione e il potere. In intervista Branciaroli rilascia una dichiarazione che lascia perplessi, quando afferma la propria interpretazione del termine “compassione”. Insomma, per l’attore milanese la parola, nel contesto del dramma, vale “il coraggio di dare a se stessi i medesimi sentimenti dell’altro”. 

Forzando la logica del IV libro della “Poetica” di Aristotele” quando il filosofo ateniese parla di “catarsi”. Per Branciaroli, “catarsi” non sta per “diventare migliori, liberarsi dalle scorie della passione negativa”, ma “riconoscersi peggiori”. Insomma, con Woyzeck: “L’uomo è un abisso: ti gira la testa a guardarci dentro”. E su questa linea propone il delitto come trasformazione della realtà in una
continuazione del sogno, un operare il male come dentro un sogno dal quale è impossibile destarsi.

Chiave di lettura che offre un risultato superbo, al di sopra del classicume rimasticato e logoro. Un esempio per tutti: la versificazione c’è, ma non si avverte come stucchevole lagna. Nel cast dello spettacolo anche i bravissimi Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti e Alfonso Veneroso.

La scenografia fa da degno corollario al livello alto dello spettacolo. Le luci sono semplicemente magistrali. I costumi originalissimi. Insomma: una messa in scena di quelle cui ormai è dato di rado assistere. Un solo neo: Branciaroli si sente poco. Forse era opportuno che fosse amplificato. Le sue parole non vanno oltre le primissime file. Peccato, perché è veramente uno dei massimi interpreti del teatro italiano.

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