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Quarantennale della morte del poeta perugino Sandro Penna, tra luci e ombre

Quarantennale della morte del poeta perugino Sandro Penna, tra luci e ombre. Perugia ha reso omaggio al suo maggior poeta in maniera degna con due giornate di studio (una divisa in due giorni), promosse dallo Studium perusinum, con un comitato scientifico di assoluto rilievo. Ne facevano parte, tra gli altri, la giovane studiosa Maria Borio, il poeta Elio Pecora, sodale di Penna, Roberto Deidier, curatore del Meridiano, Sandro Gentili, Daniele Piccini, Floriana Calitti, Stefano Carrai, Stefano Giovannuzzi, Silvia Chessa.

Nella Sala Adunanze di Palazzo Manzoni hanno risuonato relazioni  di tutto rispetto. Bel tardo pomeriggio, da Umbrò, coi poeti Franco Buffoni, Umberto Fiori, Elio Pecora e Gabriella Sica.

I poeti hanno letto o commentato Penna e proposto qualcosa di proprio. Pregevole la testimonianza in prosa di Pecora che ha però avuto il torto autoelogiativo in termini storico-biografici legati alla vicenda perugina di Penna. Difatti, colpevolmente, il poeta romano continua ad ignorare, tra l’altro, che la casa natale di Penna non è quella tradizionalmente indicata in via Mattioli (Porta Sole), di proprietà degli eredi Bartolini, ma quella ai piedi della scala, oggi di proprietà Corvi. Non sarebbe stato un grande sforzo andare a vedere dove collocammo la lapide (nel 2006, centenario della nascita), nel punto esatto dell’ingresso dell’attuale civico 17: lì, inciso su marmo, murammo – a futura memoria – il celebre distico penniano: “Io vivere vorrei addormentato / entro il dolce rumore della vita”. Ne fui promotore e lo rivendico con orgoglio. Più che scolpire sulla pietra, che si può fare? Senza contare, per l’appunto, che i Corvi portano come fiore all’occhiello il bello di abitare nella casa dove Penna nacque e restò fino al primo anno di vita. Non tutti sanno – e nemmeno Pecora lo sa – che, successivamente, la famiglia avrebbe cambiato casa per ben altre 8 volte, andando vivere nelle vie: del Circo,  Bonazzi, corso Vannucci, Bottinelli, Vincioli, del Fagiano, Vermiglioli, della Luna.

Capricci da divi del mondo intellettuale… anche quando prendono cantonate Né molto più puntuale si è rivelato il documentario (sebbene “targato” RAI) della Sica che ha continuato a riproporre l’errore di Pecora sulla casa natale, senza molto aggiungere al docufilm (1972) “Umano, non umano” del pittore, amico di Penna, Mario Schifano, in rete da decenni. Alti e bassi della cultura “paludata”, che ci vogliamo fare? Basta dire “il re è nudo”?

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