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Prosegue il ciclo di conferenze sulla toponomastica elcina. Alessandra Migliorati parla di Mariano Piervittori, il pittore dell’Italia unita

Prosegue il ciclo di conferenze sulla toponomastica elcina. Alessandra Migliorati parla di Mariano Piervittori, il pittore dell’Italia unita.

La conversazione s’inquadra nel ciclo di conferenze, organizzate dal Presidente della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, Mario Squadroni, in nome dell’Associazione di quartiere Elce Viva, presieduta dall’architetto Michele Chiuini.

Il presidente annuncia, per i giorni 2-3-4 settembre 2022, la grande Festa di quartiere, che vede in sinergia Comune di Perugia, Associazioni e residenti.

Introdotta dal bibliotecario Gabriele De Veris, nella sede di San Matteo degli Armeni, prende la parola la relatrice, storica dell’arte e autrice di ben due monografie (2010 e 2014) su questo autore che ebbe modo di scoprire e valorizzare con la propria tesi di laurea.

A Piervittori nocque di certo essere contemporaneo di Domenico Bruschi la cui grandezza finì per ridimensionarne la figura.

Nonostante tutto, Piervittori resta un esempio dell’eclettismo di fine Ottocento, tra il classicismo di Raffaello e il Barocco di Pietro da Cortona. Eclettismo che avrebbe operato una sintesi traghettando verso il gusto del liberty.

Nativo di Tolentino, si iscrisse all’ABA negli anni 1834-1837. Sentì forte il dovere di tramandare i valori della tradizione, senza rinunciare all’inventio come sintesi di nuovo e di antico. Nel tentativo di creare una koinè nazionale, in nome di un orgoglio identitario da custodire gelosamente.

Attiva la sua partecipazione a eventi di caratura politico-rivoluzionaria (Repubblica Romana) si mise al servizio del principe Alessandro Torlonia (quello alla cui festa la Mariannina Florenzi conobbe Lodovico di Baviera) e ne decorò la villa.

A Perugia restano memorabili i lavori alla chiesa di San Simone del Carmine, sotto le scalette del Post Mod, in cui manifesta la marcata vocazione all’horror vacui. Come anche le pitture murali al piano nobile di Palazzo Baldeschi al corso. In cattedrale la Cappellina dell’Arciprete e quella del battistero. Lavori anche nel Palazzo della Prefettura dell’Arienti.

La sua opera risente di una evidente teatralità. Tanto che realizzò scenografie importanti (in gran parte deperite per l’uso) e sipari per il teatri di Panicale, Città della Pieve e quello storico del Morlacchi, col ritorno a Perugia di Biordo Michelotti… [a breve ne racconteremo una spigolatura di carattere storico].

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