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“Un sogno Mediterraneo”, pienone al Salone Apollo di Palazzo Della Penna

Presentazione di “Un sogno Mediterraneo” della scrittrice e grecista Roberta Capodicasa. Quando letteratura e Jazz si fondono armoniosamente

Pienone al Salone Apollo di Palazzo Della Penna per la presentazione di “Un sogno Mediterraneo” della scrittrice e grecista Roberta Capodicasa. Quando letteratura e Jazz si fondono armoniosamente. In sostanza, i classici si sposano alla perfezione.

È questo un volume di cui molto si parla e che fu donato, dall’amica Angela Quintavalle, al musicista Paolo Fresu, in occasione del recente concerto al Brufani per il Jazz Club Perugia.

L’autrice, raffinata antichista, aveva già pubblicato ricerche di vaglia su prestigiose riviste di settore. Esordisce ora come romanziere in un’opera che consta di nove capitoli, ciascuno dei quali ispirato a una delle Muse protettrici delle arti.

L’incipit è l’abbraccio cosmico della scrittrice che sente avvicinarsi un momento magico della sua vita, ossia l’incontro con l’Amore. Ed è proprio intorno all’amore che si dipana il racconto di una promessa che lei fece a se stessa. Amore, dunque, declinato nei versanti dell’arte, della mitologia, dello spirito della grecità e del “kalòs kài agathòs”, ossia del filo inscindibile che lega bellezza e bontà, etica ed estetica.

Teatro naturale della vicenda è la città di Perugia, dove regna il Jazz e risulta diffusa la forte attrazione esercitata dalla musica sui suoi abitanti.

La presentazione, condotta da Angela Quintavalle e Maria Pia Spoleti, si è svolta alla presenza di un pubblico interessato e divertito dall’inconsueta struttura dell’evento. Infatti la conversazione con l’autrice è stata punteggiata dagli interventi del sassofonista Roberto Todini e dalla voce suadente della cantante Rita Castigli, che cominciamo a conoscere il veste di vocalist, dopo averne apprezzato le competenze nel settore dell’arte.

Perfetta sintonia fra capitoli del romanzo e interventi musicali: Todini che esegue “My favourite things” di John Coltrane evoca le cose amate dalla scrittrice. La luna del romanzo si rispecchia nel celeberrimo “Blue Moon”; le trepidazioni dell’amore nell’ironica “But not for me” dei Gershwin e “My foolish Heart”; la bellezza si riverbera nella splendida “Over the rainbow”.

L’autrice ha voluto ricordare l’omaggio fatto dal pianista Jazz Brad Meldhau alla città d’Euliste, intitolando “Perugia” uno dei suoi celebri brani.

Il romanzo non è privo di riferimenti autobiografici, specie nel momento in cui viene presentata una compagna silenziosa ma pressante: la malattia. Una dura infermità che colpisce l’autrice, con la difficoltà del movimento, la pazienza che richiede il doversi adeguare a un ritmo che contrasta col proprio impulso interiore, pur senza impedire il viaggio nella vita. Un percorso che continua, con ostinazione e con l’ottimismo della volontà. Misurando l’intensità dell’affanno… a ritmo di Jazz. Un libro scritto, a mezza via, sulla pagina e sul pentagramma.

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