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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Dalle menti creatrici di due artiste ecco i bizzarri "libri" del Museo Capitolare

Insieme a Barbara, i disegni a quattro mani sgorgano dalla matita di Ayumi Makita, “gemella e alter ego” in design, ora per lavoro nella terra del Sol levante

Più che due libri, due snelle plaquettes, sgorgate dall’esperienza di laboratori estivi, svolti presso il Museo del Capitolo della cattedrale.

Ne parlano, in San Matteo degli Armeni, Chiara Basta, storica dell’arte e guida d’eccellenza, e Barbara Lachi, grafica e designer, cui va il merito di aver dato forma e forme a questi libri “bizzarri” che sembrano usciti dalla factory di Munari.

Insieme a Barbara, i disegni a quattro mani sgorgano dalla matita di Ayumi Makita, “gemella e alter ego” in design, ora per lavoro nella terra del Sol levante.

L’origine dei due libri discende da una somma di esperienze museali. “Non i preziosi manoscritti miniati – dice Chiara Basta – né i libri più recenti, che pure abbiamo in museo, ma libri unici, derivanti dall’esperienza del lettore-visitatore: il che fa di ogni copia un esemplare originale e irripetibile”.

Insomma: si parte dalla “laboriosità”, attivata dal museo: libri d’esperienza che si distinguono dall’uniformità spiazzante dei “lavoretti”, opere trasversali all’età e alle condizioni socio-culturali. Libri operativi, da possedere fino a divorarli, tagliarli, scomporre e ricomporre a piacere, in maniera dinamica e interattiva..

Così il museo non è principalmente un luogo da vedere e ammirare, ma diviene una fonte d’esperienza, non solo estetica e culturale, ma esistenziale. Un museo delle meraviglie, una città verticale da percorrere ed esplorare come luogo dell’anima.  Anche attraverso due “innocui” libriccini, poveri di pagine, ma ricchi di cultura e umanità, densi di saperi e sapori da scoprire. Per tutti.

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