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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Paolo Crepet fa il tutto esaurito: strepitosa "lezione" ai ragazzi del liceo “Bernardino di Betto”

Il personaggio, com’era prevedibile, non ha deluso. Tale la congerie di aneddoti, spigolature personali, esperienze formative, errori e azzardi coi quali ha incantato la platea

Una straordinaria “teaching session”, quella organizzata dalla dirigente Francesca Cencetti a favore delle classi quarte e quinte del Liceo Artistico “Bernardino di Betto” (le seconde e le terze hanno potuto seguire l’evento in streaming dalla vicina sede della scuola).

Il teatro di Rebecca di via Canali (all’Oasi di S. Antonio) conteneva a stento la massa di giovani e meno giovani (artisti, persone di cultura) affluiti per ascoltare dalla viva voce dello psichiatra Paolo Crepet la sua visione del mondo, della cultura, dell’educazione, dell’evoluzione civile e antropologica della società.

Il personaggio, com’era prevedibile, non ha deluso. Tale la congerie di aneddoti, spigolature personali, esperienze formative, errori e azzardi coi quali ha incantato la platea, partecipe e sempre pronta al più persuaso consenso. Cogliendo fior da fiore della sua affabulazione (Crepet è scrittore e uomo di comunicazione di riconosciuto talento e di esperienza internazionale), numerosi i passaggi da strappare l’applauso: dalla parabola di Sigmund Freud  riferita al pescatore che perde e, inaspettatamente, ritrova le sue perle. A riprova dell’imprevedibilità degli eventi che ci cambiano l’esistenza, sempre che si viva bene il tempo dell’attesa. Sullo stesso piano dell’affermazione di Casanova che scrisse: “Erotismo è salire le scale”, a voler dire che l’immaginazione, il palpito del cuore, l’attesa desiderante sono il valore aggiunto dell’amore.

Poi tanti esempi tratti dal mondo dell’arte (“tracimazione del dolore dentro la creatività”, “arte è rischio, è credere in quello che si fa, senza adagiarsi sulla comoda pigrizia dello scontato che non genera nulla”) e dalla vita degli artisti: Leonardo, Modigliani (conosciuto dal nonno artista), Caravaggio e l’amico Tono Zancanaro (scomparso un trentennio or sono). E i silenzi eloquenti del nonno pittore e l’educazione sbagliata dei genitori che dànno troppo, togliendo ai figli autonomia, rispetto e dignità.

Quindi lo scrittore ricorda la frase di una persona “semplice e geniale” che aveva fatto in solitaria il giro del mondo in barca a vela. Alla domanda su cosa quest’avventura gli avesse insegnato, sentenziò: “Tutto quello che è facile è stupido. Ciò che è scomodo è intelligente”. Poi i miti del successo e del denaro, su cui precisa: “I figli dei miliardari sono spesso dei cretini: sono le idee a generare denaro, non viceversa”. Studiare per sé, non per un successo economico. Ricordando – lo dice con amore del paradosso, ma è pura verità – che i primi della classe sono oggi i primi “clienti” del suo studio psichiatrico. Poi esempi dal mondo della musica: Zucchero cui furono date non una, ma ben tre chances (da parte del discografico che credeva il lui), Bob Dylan o gli Zeppelin… con convinti applausi dei giovani. I ragazzi hanno letto, interrogato, vissuto questa giornata che gli farà forse dire, un giorno: “Io c’ero”.

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