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Presentata, presso la mensa aziendale di Cucinelli, la prossima stagione teatrale del Morlacchi che si annuncia piena di appeal

Presentata, presso la mensa aziendale di Cucinelli, la prossima stagione teatrale del Morlacchi. Tutto nuovo, ma nella continuità del solco tracciato da Franco Ruggieri, dalla cui factory proviene il direttore Nino Marino, per la prima volta unico responsabile della programmazione. Rinnovata pure la veste grafica della brochure, simpatica e accattivante, a cura del geniale fumettista belga François Olislaeger (vedremo le altre nuove grafiche nei singoli opuscoli dei rispettivi teatri).

Contagiosamente entusiasta il mai troppo lodato Brunello Cucinelli, sempre in grado di emanare energie positive. Il bilancio, ad oggi, è presto fatto: l’87% di abbonamenti è un livello insuperabile… anche per motivi pratici: altrimenti si preclude l’accesso a cittadini potenzialmente interessati. E Brunello non finisce di stupire per la sua (finto)ingenua autoironia, quando dice di non aver capito niente della prima parte della presentazione, in forma di documentario-affabulazione, girata all’interno del Caffè Morlacchi (perché non si è pensato al Caffè interno al teatro, coinvolgendo anche l’ottimo Walter Giacchetta, non nuovo a performance attoriali?).

Ringraziamenti di rito da parte del sindaco Romizi per l’opera di impareggiabile mecenatismo di un  Cucinelli che pensa a tutto: teatro, stagione, anticipazioni (arriverà, forse, Peter Brook coi suoi splendidi 93 anni?). Il Morlacchi – dice Romizi – una storia che si perpetua attraverso le generazioni. Poi i saluti dell’assessore Cecchini, che ricorda il milione e più di contributi regionali.

Infine la carrellata di una stagione che si annuncia fortissima e che avremo modo di seguire e rendicontare nei suoi singoli step.Cenni sulla programmazione. “Il maestro e Margherita”, regalato (3 euro) agli  abbonati in anteprima a Solomeo. I fratelli Servillo, fra canto e recitazione. “I Miserabili” con un Branciaroli sempre grandissimo. Un “Sei personaggi” di Placido, un Pippo Del Bono che racconta una gioia tutta floreale, Ascanio Celestini affabula intorno alla storia di una commessa di supermarket, Alessandro Preziosi nel Van Gogh di Stefano Massini (drammaturgo ormai di casa sulle nostre scene), un Goldoni da “Baruffe chiozzotte”. Tre Shakespeare da “Sogno”, da “Bisbetica” e “Macbettu” (balletto), un Cechov da “Zio Vania”. Balletti da urlo: un Romeo e Giulietta a ritmo di tango, il Balletto di San Pietroburgo in “Gala”, un acrobatico e modernissimo Parson Dance, un “Victor-Victoria” con la Pivetti, con brindisi di Capodanno. 

Merita uno spazio speciale il “nostro” Filippo Timi che propone “Un cuore di vetro in inverno” (riecheggia due titoli cinematografici: il pluripremiato “Un cuore in inverno” di Claude Sautet e “Cuore di vetro”, ipnotico e visionario, di Werner Herzog). Filippo racconta una storia tragicomica che si dipana in ambiente medievale cortese e giullaresco. Si dà per certa una componente dialettale, anche se di fuori le mura, che all’Inviato Cittadino – com’è noto – non può certo dispiacere. Prenoto fin d’ora la prima e un paio di repliche: Con Timi, ogni spettacolo è sempre nuovo.

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