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Martedì, 16 Aprile 2024
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Nozze d’argento in teatro per Filippo Timi e Lucia Mascino in scena al Morlacchi con “Promenade de santé”

Nozze d’argento in teatro per Filippo Timi e Lucia Mascino in scena al Morlacchi con “Promenade de santé”, di Nicoas Bedos, nella traduzione di Monica Capuani. Un testo che esalta la coppia, rodata da anni di collaborazione in un robusto sodalizio che si tinge di complicità. Intervistati da Alessandro Tinterri, raccontano la genesi dello spettacolo, in cui sono semplicemente attori, guidati dalla mano accorta di un regista di cinema. Proprio a casa di Giuseppe Piccioni è nato questo lavoro, nel clima sospeso del periodo covid, con una lettura del testo a voce bassa. Senza palco, senza distanze, curando sfumature e sussurri davanti a una telecamera.

Poi le prove in un teatro grande, dove quelle voci flebili, quei passaggi di amore immaginato, e apparentemente impossibile, hanno preso fiato e corpo. Fino alla trasferta agontana, in cui il regista li invita a calarsi nel paesaggio, punteggiato dal verde di un giardino, dal colore ceruleo del mare, dall’atmosfera fumosa di un bistrot. Le cui sequenze vengono introdotte nello spettacolo in un dialogo serrato e funzionale alle intenzioni di autore, attori, regista. Contaminazione di linguaggi che non stride, ma è sinergica con una scenografia essenziale e la contestualizza. Ne è venuto perfino un cortometraggio, presentato a Venezia e forse proposto a breve in un cinema perugino: il Sant’Angelo, il Post Mod o il Meliès.

La chiacchierata si dipana in modo fresco e naturale, con gli spettatori che hanno già visto “Passeggiata di salute”: tutt’altro che una passeggiata. È anzi un viaggio attraverso le fantasie delle quali l’amore si alimenta. Con risvolti inediti, agnizioni imprevedibili. Perché l’amore è l’unico ‘delitto’ in cui si ha bisogno di un complice. E quei due, di complicità, ne hanno da vendere. Anzi: si uccidono vicendevolmente per rinascere in mutate forme. Ed è bello ascoltare questo figlio del Ponte (Ponte San Giovanni, intendo), eterno ragazzo, anche se uomo fatto, che si mostra sempre più bravo di come te lo aspetti. Il suo dónca è raffinato, non ha la grezzaggine rustica delle periferie. Con Lucia che dice: “Celebrare con Filippo questo venticinquennale è stato per me un grande dono”.

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