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Musica e cultura galega trionfano ai Notari con trobar dei Trobadores, iniziativa dei professori Pulsoni e Paone

Musica e cultura galega trionfano ai Notari col trobar dei Trobadores. Merito del professor Carlo Pulsoni che, con la complicità del collega Marco Paone, è ormai accreditato come punta di diamante della diffusione di quella cultura. Che si dipana in forme e modi originali, a far capo dal Medioevo fino ai nostri giorni. Ricordiamo infatti precedenti iniziative tenute sia ai Notari (sul cantautorato) che al Bicini sul teatro. Manifestazioni che hanno il sostegno e la validazione dell’Unipg, del Comune di Perugia, della Xunta De Galicia, del Centro Studi Galeghi. Perugia, insomma, alfiere in Italia del mondo galego, fra musica, teatro, poesia, letteratura, costume.

Apre la serata il saluto dell’assessore alla Cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano cui fa seguito uno stringato intervento di Paone che declina sinteticamente le caratteristiche del programma. Intitolato “Como Santa Marìa. Racconti musicati dalle Cantigas de Santa Marìa”. Si tratta di uno studio musicale, teatrale, storico e antropologico intorno a un’opera di indiscutibile valore. Progetto cui dà gambe l’ensemble assisiate “I Trobadores” che si esibisce con coristi di
vaglia e una serie di istrumenti antichi filologicamente ricostruiti e magistralmente suonati. Si va dai fiati agli strumenti a corda alle percussioni. Un tappeto sonoro sul quale si distendono le sofisticate armonie dei coristi.

L’opera è stata eseguita su 13 step di altrettante cantigas, precedute dal prologo “Porque trobar”. A scandire i singoli passaggi, un’introduzione arguta che racconta l’argomento, integrata da un cartellone (spettacolo nello spettacolo) in cui il miracolo è narrato per immagini. Spesso tra il naïf e il didascalico. Tra i temi c’è di tutto: resurrezione (Lazzaro?), trasformazione di acqua in vino (Nozze di Cana?), diavolo beffato e via cantando. Le opere sono frutto del clima culturale della corte castigliese di Alfonso X, detto “el Sabio”, ossia “il Saggio”. Sia o non sia lui l’autore. Certo è che i quattro codici diversi che tramandano l’opera sembrano suffragare l’attribuzione.

Le partiture musicali erano finalizzate ad accompagnare la pubblica lettura dei componimenti, in cui la religiosità popolare si fa epos e perfino “commedia”, visto che le vicende sono tutte a lieto fine, grazie all’intervento della Vergine. Che asseconda richieste e preghiere, concede grazie, risolve problemi, scioglie nodi tragici e volta in sorriso il pianto. Un pubblico molto coinvolto ha seguito in religioso silenzio. Abbiamo notato la presenza della “voce d’Assisi”, ossia il francescano fra’ Giacomo Brustenghi, la violoncellista Maria Cecilia Berioli, lo storico Alberto Grohman, il musicofilo Giuliano Cianelli. Ed altri: tutti interessati,
attenti, commossi. Anche.

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