“Federico da Montefeltro e Gubbio", dal 20 Giugno al via la mostra che celebra il grande condottiero rinascimentale dai natali eugubini
In occasione delle celebrazioni dei 600 anni dalla nascita del duca Federico da Montefeltro, avvenuta a Gubbio nel 1422. Palazzo Ducale, Palazzo dei Consoli e Museo Diocesano faranno da palcoscenico ad un’ampia esposizione di opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere, nonché da collezionisti privati, per celebrare il famoso personaggio.
A partire dal 20 giugno e fino al prossimo 2 ottobre si terrà dunque la grande mostra “Federico da Montefeltro e Gubbio. Lì è tucto el core nostro et tucta l’anima nostra”, ospitata nei tre luoghi espositivi più emblematici della città.
L’esposizione, curata da Francesco Paolo Di Teodoro con Lucia Bertolini, Patrizia Castelli e Fulvio Cervini, punta l'attenzione sul grande condottiero, capitano di ventura nonché tra i principali mecenati del Rinascimento.
L’inaugurazione della mostra è prevista domenica 19 giugno alle ore 15.30.
Fino a questa data, la facciata di Palazzo dei Consoli ospiterà ogni sera, alle 21, spettacolari proiezioni artistiche in omaggio a Federico da Montefeltro, i suoi territori e i suoi anni.
La mostra ripercorre i momenti gloriosi vissuti dalla città di Federico e del figlio Guidubaldo, l’ultimo dei Montefeltro, dalla nascita del duca nel 1422 alla morte di Guidubaldo nel 1508. Diventa occasione per rileggere la storia di Gubbio tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento. Il percorso espositivo dà spazio, secondo ambiti peculiari, alle opere concesse in prestito da prestigiose istituzioni italiane e straniere nonché da collezionisti privati: manoscritti, dipinti, documenti, medaglie, monete, armi, armature, sculture, arredi. In particolare dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, che conserva l’intera biblioteca di Federico e dei suoi successori, giungono eccezionalmente quindici splendidi manoscritti (tra essi solo due facsimili), distribuiti fra le tre sedi.
Marco Pierini, direttore regionale Musei Umbria: «La mostra pone al centro Federico e Gubbio, il Palazzo Ducale e la città, crocevia di linguaggi storico-artistici, letterari, musicali di differente ispirazione. La mostra è il punto di arrivo di un percorso avviato nel 2018 con l’esposizione “Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi” e proseguito nel 2021 con la mostra “Oro e colore nel cuore dell’Appennino. Ottaviano Nelli e il ?400 a Gubbio”. Ora Federico e Guidobaldo assurgono a protagonisti della ricorrenza centenaria. Grazie al Comitato Nazionale per il VI centenario della nascita di Federico, che ha come capofila i Comuni di Urbino e Gubbio, con le Regioni, le Università, le istituzioni culturali delle due aree, oggi amministrativamente divisi ma un tempo uniti, si auspica che la sostanziale unità di intenti tra le istituzioni in campo, impegnate in un disegno condiviso e per la prima volta esteso all’intero territorio del Montefeltro, vada oltre il taglio del nastro per gli eventi in programma, perché solo dando continuità e prospettiva a questo eccezionale coinvolgimento saranno alimentati quei processi virtuosi che dalle residenze ducali irrorano di progettualità il territorio tutto».
Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio: «Ricordare la figura di Federico da Montefeltro significa fare memoria non solo delle vicende storiche e artistiche del signore e mecenate rinascimentale, ma anche dei suoi legami con la Chiesa del tempo e del suo rapporto con il sacro. Certo, con i parametri del pensiero socio-politico e religioso di oggi e la doverosa distinzione tra poteri temporali e percorsi spirituali e di fede, la vita e le scelte del Duca ci appaiono come un intricato romanzo storico. In questo contesto, non sempre è facile mettere a fuoco le scelte di “governo” di Federico nei rapporti con Roma e il Papato, visto che fu pure scomunicato per un periodo, ponendole poi in relazione con la sua personale religiosità. Un interessante cammino di fede che il Duca ha iniziato fin da fanciullo e che - nel corso della sua vita - ha approfondito anche grazie ad amicizie come quella con i monaci camaldolesi di Fonte Avellana e con san Bernardino da Siena. Tra i campi toccati dal suo mecenatismo artistico e culturale, c’è anche quello dell’astrologia che aveva voluto “cristianizzare” nella sua corte. Di questo, in particolare, ci narra il percorso espositivo nel Polo museale diocesano di Gubbio».