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Martedì, 23 Aprile 2024
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Non una "semplice" mostra, storia e ricostruzione di un capolavoro che non vide mai la luce

Storia e ricostruzione di un capolavoro  “mai nato”. Non una semplice mostra, ma un percorso storico-artistico che ragguaglia dettagliatamente intorno ad aspetti sconosciuti della Vetusta

Storia e ricostruzione di un capolavoro  “mai nato”. Non una semplice mostra, ma un percorso storico-artistico che ragguaglia dettagliatamente intorno ad aspetti sconosciuti della Vetusta.  Onore a Maria Luisa Martella che si conferma studiosa seria e appartata, competente e affidabile. Prendendo come spunto l’input fornito da Mario Squadroni e Luciano Giacchè (in occasione della redazione del libro per il centenario della morte di Ferdinando Cesaroni) Maria Luisa ha costruito un edificio di generoso sapere.

“Le regie poste a Palazzo Cesaroni” hanno tenuto banco per quasi sei mesi e la mostra si è conclusa con un finissage, arricchito da uno speciale annullo filatelico. L’eccezionalità dell’evento è costituita dalla valenza della ricerca che è pervenuta a livelli scientifici di vaglia, suscettibili di divulgazione alta presso un pubblico indifferenziato.

I fatti vedono interagire sulla scena Ferdinando Cesaroni, imprenditore di successo, nella veste di committente; l’architetto Guglielmo Calderini, amichevole intermediario; Francesco Moretti, maestro dell’arte vetraria, incaricato di dare corpo al progetto. Il lavoro doveva consistere nella realizzazione di un’ampia vetrata artistica, utile a coprire il salone di ricevimento degli utenti delle Regie Poste, ospitate al pianterreno del Palazzo Cesaroni, con ingresso su via Baglioni. Quella sede, peraltro, sarebbe stata attiva dal 1901 al 1916. 

L’opera, causa la necessità e l’urgenza di ottemperare al contratto con le Poste, non fu realizzata in tempo utile e Cesaroni reagì con irritazione, revocando l’incarico. È da precisare che Moretti era preso da numerosi impegni: fu anche direttore della Pinacoteca comunale “Pietro Vannucci”, antesignana dell’attuale Galleria Nazionale, e direttore dell’Accademia di Belle Arti.

Senza contare che l’arte vetraria richiede tempi lunghi di progettazione e di realizzazione. Il che comportò la rescissione unilaterale del contratto, con presumibile dispiacere dell’artista che vide sfumare una lauta e prestigiosa commissione.

Maria Luisa Martella ha ritrovato studi, cartoni, elementi progettuali con la collaborazione dello Studio Laboratorio Caselli Moretti, nelle persone di quante proseguono quell’avventura artistica, ossia Anna Matilde Falsettini e Maddalena Forenza. Si è anche avvalsa della competente assistenza di Giorgio Panduri, responsabile dell’archivio di famiglia. Una mostra, dunque, importante, colta, bella e necessaria: per la città del Grifo soprattutto. Ma anche per la cultura nazionale.

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