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INVIATO CITTADINO Palazzo Baldeschi tira fuori dal cilindro i suoi tesori per una mostra straordinaria

Si chiama “Amori antichi” e fa parlare pezzi di rilievo, appartenenti alle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia

Palazzo Baldeschi tira fuori i suoi tesori (maioliche, disegni e incisioni) per offrire una mostra straordinaria.

Si chiama “Amori antichi” e fa parlare pezzi di rilievo, appartenenti alle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.

Il percorso, che si sviluppa in tre sezioni, accosta le maioliche di Giuseppe Magni a disegni ed incisioni di Marabottini.

Di Alessandro Marabottini, illuminato docente presso lo Studium Perusinum, si conservano in Fondazione oltre settecento opere, risalenti in prevalenza al XVI e al XX secolo.

Sono sedici le maioliche realizzate fra il 1883 e il 1894 dal pittore eugubino Giuseppe Magni, figura rappresentativa dell’eclettismo storicistico ottocentesco.

“Amori antichi” nasce da un’idea della Fondazione CariPerugia Arte, con la consulenza di Giulio Busti, Franco Cocchi, Stefania Petrillo, Ettore Sannipoli e la collaborazione di Alessio Bravi, Daniele Cestellini e Valeria Pettinari.

I temi dell’amore si dipanano in tre sezioni: “Amor Sacro” (con maioliche di carattere religioso, affiancate da disegni ottocenteschi in tema), “Amor profano” (mito e allegorie). E, la terza, “D’antico amor sentì la gran potenza”, che celebra l’anniversario dantesco, proponendo ritratti di donne e uomini illustri, prototipi di rango, personaggi depositari di alto valore morale e come tali riconosciuti dal Romanticismo storico.

UN TOUR ECCEZIONALE… CON LO SCONTO.

Ai visitatori si offre la formula “paghi uno, prendi tre”. Infatti, con un unico biglietto d’ingresso è possibile affrontare un viaggio da sindrome di Stendhal. Vedendo “Amori antichi”, “#Incursioni” (selezione di 20 opere, provenienti dalla Galleria Nazionale dell’Umbria) e “Custodire l’arte”, che ospita tre opere rappresentative, provenienti da chiese e musei della Valnerina terremotata.

Insomma: fare il pieno di arte e di bellezza. Una proposta cui è impossibile dire di no. Specie nei giorni delle festività. Anche per fare uno sberleffo al virus. Malanno esecrabile che può privarci di tutto. Ma non della gioia che discende dalla contemplazione estatica delle opere d’arte della Fondazione. Andarci a vedere, dunque. E alla svelta.

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