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La mostra di un artista perugino in Germania per i 700 anni dalla nascita di Dante

L’artista che si è fatto promotore dell’anticipazione è il perugino Enrico Scotta. La mostra s’intitola “Expulsio – Quo vadis?”. La parte recitante è svolta da Verena Buss, una delle grandi voci del teatro di lingua tedesca

In Germania si festeggiano i 700 anni dalla nascita di Dante. La mostra di un artista perugino s’impreziosisce con qualificate letture di una grande attrice tedesca. Successo di pubblico e di critica, la cui eco giunge fino a Perugia.

L’artista che si è fatto promotore dell’anticipazione (la ricorrenza, invero, cade nel 2021) è il perugino Enrico Scotta. La mostra (della quale abbiamo già parlato su queste colonne) s’intitola “Expulsio – Quo vadis?”. La parte recitante è svolta da Verena Buss (in foto esclusiva), attrice nota e apprezzata  come una delle grandi voci del teatro di lingua tedesca.

Enrico Scotta capovolge il pellegrinaggio di Dante che, guidato dal “duca” Virgilio, attraversa l’Inferno, il Purgatorio e, infine, è indirizzato verso il Paradiso.

Con sequenza rovesciata, il visitatore entra nella mostra incrociando prima il Paradiso da cui si è auto-espulso (un Paradiso “perduto” di miltoniana memoria?) per poi incontrare l’Inferno nel mondo sconvolto che abbiamo creato con le nostre attuali scelte dissennate, orientate al consumo e al denaro.

L’esposizione pone la domanda di ordine universale: “Quo vadis?”, per dire “in che direzione ci muoviamo?”. Dando per inteso che la strada scelta è disseminata di errori. La mostra di Enrico Scotta riprende il titolo di un famoso romanzo dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, portato sullo schermo nel film colossal del 1951, diretto da Mervyn LeRoy.

L’incontro interculturale con Dante in Germania è estremamente interessante: da un lato un artista italiano presenta la sua mostra, ispirata alla “Divina Commedia”, a un pubblico tedesco. Dall’altro, un’attrice tedesca recita Dante dalla traduzione della “Divina Commedia” del re Johann di Sassonia (1801-1873), pubblicata sotto lo pseudonimo di Philalethes (in greco: “amante della verità”). Il re Johann è un ambasciatore del grande Fiorentino nei paesi di lingua tedesca e, con la sua traduzione, ha contribuito al fatto che l’epos di Dante, una delle opere più importanti della letteratura mondiale, abbia influenzato il pensiero e l’immaginazione dell’Europa, con positive ricadute artistiche e culturali. Anche con la fondazione della “Deutsche Dante-Gesellschaft”, con il patrocinio morale e culturale di re Johann, la patria di Goethe continua a diffondere l’eredità culturale di Dante, fino ai giorni nostri, nei Paesi di lingua tedesca.

Interessante anche la commistione dei linguaggi, capace di intersecare opere pittoriche e scultoree con la letteratura immortale di padre Dante.

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