rotate-mobile
Eventi

VISTI PER VOI “Mine vaganti” di Özpetek riempie il Morlacchi fino al loggione. Ed esalta Simona Marchini

Si tratta dell’adattamento del pluripremiato film dello stesso autore. I nomi del regista e degli interpreti hanno funto da attrattore per la presenza di un pubblico trasversale alle età e alle preferenze. Tanto da far dichiarare un sold out eccezionale

“Mine vaganti” di Özpetek riempie il Morlacchi fino al loggione. Ed esalta Simona Marchini.

Si tratta dell’adattamento del pluripremiato film dello stesso autore. I nomi del regista e degli interpreti hanno funto da attrattore per la presenza di un pubblico trasversale alle età e alle preferenze. Tanto da far dichiarare un sold out eccezionale, mai visto in questa stagione, in tempi di pandemia.

Un cast strepitoso in cui spiccano Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano e Simona Marchini. Ma dànno man forte i bravi anche Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori.

Ben 11 attori: una compagnia di rara consistenza, quale è difficile trovare in tempi di parsimonia e di ripiegamento sul teatro di affabulazione, talvolta ridotto a monologhi risparmiosi che spesso sanno troppo di cabaret.

I punti di forza della pièce.

La levità nell’affrontare il tema dell’omosessualità, vissuta appunto come tema e non come problema.

L’analisi di tipo sociologico e antropologico nell’esaminare, con mano leggera, la ricaduta dell’argomento su una famiglia di stampo tradizionale, maschilista e moralista. Ma senza puzza sotto il naso. Con la reazione straniata e straniante che solo Francesco Pannofino poteva raccontare.

L’interattività dello spettacolo che chiama in causa lo spettatore in un coinvolgimento totale, fatto di commenti, reazioni a caldo, provocazioni argute.

Il concetto di “provocazione” inteso in chiave di “chiamare in causa” il pubblico, non irritarlo

Superamento del diaframma palcoscenico-platea, in quanto gli attori si muovono tra il pubblico con padronanza e dinamismo eccezionali.

Perfino la mascherina (imposta dalla presenza degli attori in platea) diviene pretesto di spettacolo

La dimensione “en travesti” di rara eleganza e lontana dalle prove sguaiate ed eccessive che capita di vedere

Una scenografia essenziale e dinamica che rifugge dai catafalchi d’effetto e si affida alla leggerezza di tende scorrevoli che introducono ambienti connotati da un tocco di allusività

Questi ed altri i pregi di uno spettacolo che dimostra come divertimento e intelligenza non siano che due facce speculari del teatro di rango.

E non è un caso che il pubblico, fra gli applausi, gridi a Pannofino “torna”. E lui risponda, complice: “Tornate voi: sto qui al Morlacchi fino a domenica”.

Notazione personale. Vedere Simona Marchini in forma, accolta con entusiasmo dai perugini, non può che richiamare alla mente il nome e la memoria di una grande perugino come Enrico Vaime che tante volte la volle con sé fra i travertini della Vetusta. Riconosco a Simona la qualifica di perugina ad honorem e sarò lieto di presentare la sua biografia, insieme all’assessore Leonardo Varasano, alla conclusione della tournée di “Mine vaganti”. Avrò anche il piacere di onorarla con la medaglia che l’Accademia del Dónca riserva agli amici di Perugia. Invito ad andare a vederla rivestire una parte scritta per lei: personaggio garbato, ironico, intelligente, generoso.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

VISTI PER VOI “Mine vaganti” di Özpetek riempie il Morlacchi fino al loggione. Ed esalta Simona Marchini

PerugiaToday è in caricamento