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Massimo Ranieri conquista il palco di Uj: voce straordinaria per un reportorio inaspettato

Al fianco di questo animale da palco poliedrico nomi del calibro di Enrico Rava (tromba e flicorno), Stefano Di Battista (sax alto e sax soprano), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli (batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso)

Giacca bianca. Sorriso perennemente scolpito in volto e una voce inebriante. Massimo Ranieri, re indiscusso della musica leggera italiana, ha conquistato il palco di Umbria Jazz. È bastato un brano perché il pubblico scoppiasse in un applauso da brivido. “Non credevo che l’avrei fatto, ma amo le sfide”. Sono state queste le sue prime parole quando il sipario si è aperto lasciando poco dopo spazio alla dolcezza delle sue note. Ogni brano cantato in quel dialetto napoletano che tanto gli appartiene, ma energizzato dal quintetto jazzista “all stars” ha incantato la platea. Al fianco di questo animale da palco poliedrico nomi del calibro di  Enrico Rava (tromba e flicorno), Stefano Di Battista (sax alto e sax soprano), Rita Marcotulli (pianoforte), Stefano Bagnoli (batteria) e Riccardo Fioravanti (contrabbasso).

Che Massimo Ranieri fosse l’ennesima sfida della kermesse perugina era stato ben chiaro sin dall’inizio. Fin da quando il suo nome era stato fatto per l’apertura di una delle più importanti rassegne musicali del panorama internazionale. E’ bastato l’attacco per capire che la scelta è stata vincente ed audace.

Massimo Ranieri conquista il palco di Uj: voce straordinaria per un reportorio inaspettato

“Volevo raggiungere questo palco con tutti i musicisti definiti da WebNotte l’esercito del jazz -spiega ai microfoni Ranieri - Malia è, infatti, un progetto nato in collaborazione con Mauro Pagani. Volevo qualcosa che si avvicinasse al mio cuore e così abbiamo scelto brani che contenevano già di per sé un’anima jazz, molti di questi composti nel dopoguerra.”

Ma cos’è Malia? Un viaggio all’interno del variegato mondo musicale partenopeo a cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 ma colorato dalle mille tinte jazz. E così, tra il gioco di luci che disegna profili inaspettati e un pubblico caldo ma composto, iniziano le prime note di Canto ‘Primavera ed è subito magia. Anema e Core, la celebre canzone composta dal musicista Salve D'Esposito e dal paroliere Tito Manlio, è il secondo brano di questo concerto straordinario. Sul palco Ranieri balla, canta ed emoziona il pubblico di ieri come di oggi.

Zazà, punto fermo della storia della canzone napoletana, accende l’entusiasmo della gente fino a Na voce na chitarra e ‘o ppoco ‘e luna. A seguire Tammurriatia ed è subito festa. Una scelta coraggiosa e unica nel suo genere con brani come Accarezzame, Aumm aumm, Malatia e Tu vuò fa l’americano. Un filo di commozione grazie a un’interpretazione eccezionale di Malafemmena. E ancora: Luna caprese, Torero, Tutta n’ata storia, Luna Rossa  e Uè uè che femmena.

Domani sarà la volta di Diana Krall, ospite d’eccezione. Indiscrezioni confermano che portarla nuovamente sul palco di Umbria Jazz non è stata una missione semplice, grazie al successo internazionale di questi ultimi anni.

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