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Il grande attore Franco Nero al Love Film Festival di Perugia

Franco Nero, intervistato dallo storico del cinema Fabio Melelli, dona al Love Film Festival un livello internazionale

Il grande attore Franco Nero, intervistato dallo storico del cinema Fabio Melelli, dona al Love Film Festival un livello internazionale. Un’intervista che solo Melelli poteva condurre, condita da una messe incredibile di citazioni filmiche, tanto da strabiliare Eleonora Brown (indimenticabile interprete de “La ciociara”) e Franco Nero, i quali non avevano memoria del proprio percorso artistico in termini talmente dettagliati. Entrambi omaggiati col Grifo d’Oro alla carriera.

Franco Nero è un attore che ha impersonato eroi di 30 nazionalità diverse, non solo l’Eroe dei due mondi. Ed è anche l’unico attore i cui lavori sono stati visti da almeno tre miliardi di persone nell’intero globo terraqueo. Nero ha lavorato coi più grandi registi, ha avuto colleghi di rango, ha in scarsella una serie di aneddoti unici: dalle citazioni filmiche di un giovanissimo Quentin Tarantino, addetto a un blockbuster, al rapporto col mitico Louis Buñuel. Franco Nero che non è solo Django ma, su consiglio del grande Lawrence Olivier, decise di “fare l’attore”, ossia interpretare qualunque ruolo, anziché adagiarsi sull’acquisito. E, in ricordo del ruolo da pistolero, Daniele Procacci propone un figurante in costume western, tanto per fare scena.

Si dipanano nel racconto il grande “Camelot”, la collaborazione con John Houston, l’incontro con Vanessa Redgrave, l’amore di una vita. Nero, capace di compiere gesti atletici, recitare, cantare, ballare, come dimostrò in Camelot, megaproduzione che oggi costerebbe oltre 600 milioni di dollari.

Melelli, in tandem con l’attore, snocciola decine di film, noti e meno noti. E tira fuori persino una pellicola in cui Nero ha interpretato Rodolfo Valentino che, ricorda (chiamando in causa l’Inviato Cittadino), fu convittore Onaosi a Perugia. “Peccato che quel film sia stato visto in 190 Paesi, ma non in Italia. E la Rai non lo volle nemmeno da regalo”, commenta il protagonista. Un ricordo di Buñuel. “Mi chiamava ‘Nero’ per non nominare nemmeno il generale Franco del quale, da difensore della libertà, era fiero avversario”. Poi la domanda di Corvi: “Cos’è per te Amore?”. Risposta organica: “Tutto: amore per la vita, per il lavoro, per le donne, per il mondo”. Conclusione con un’affettuosa “carrambata”. Il nostro intramontabile sportivo Lamberto Boranga, antico sodale di Franco Nero (dice Lamberto: “Ho studiato a Parma”), è venuto a salutarlo. Abbracci e cordialità. Proprio un bel pomeriggio che ha saputo dare alla Sala della Galleria quell’aspetto interdisciplinare che si chiama cultura. Con un tocco di glamour. 

Perugia, Franco Nero al Love Film Festival: serata internazionale

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