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LETTI PER VOI. È nata una nuova Collana: “Quaderni della memoria e dell’oblio. Materiali per la narrazione dell’Italia disunita"

La dirige l’italianista  di Palazzo Manzoni, Fabrizio Scrivano, ed è frutto della collaborazione scientifica fra lo Studium perusinum e l’Università di Tours

LETTI PER VOI. È nata, dall’editore perugino Morlacchi, una nuova Collana dal nome suggestivo “Quaderni della memoria e dell’oblio. Materiali per la narrazione dell’Italia disunita”. La dirige l’italianista  di Palazzo Manzoni, Fabrizio Scrivano, ed è frutto della collaborazione scientifica fra lo Studium perusinum e l’Università di Tours. Gli snelli volumetti hanno un formato ultrapockett (cm 10*15). Dopo i primi due usciti (un diario e un carteggio), i numeri 3 e 4 propongono una coppia di opere da leggere insieme.

La  prima è il notissimo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani” di Giacomo Leopardi. L’altra, di Gregorio Leti, è intitolata “Caratteri degli Italiani”. L’opera leopardiana è “testo senza indulgenza, senza blandizia…un testo polemico contro i pregiudizi di virtù… che non ha paura di disegnare l’Italia Disunita. Un testo ludico e disperato”.

Al testo fa seguito un saggio dello stesso Scrivano, provocatorio e irriverente. La seconda operina (quarta della collana) è ironica e sottile. È divisa in paragrafi: “Popoli dell’Italia quanto ingegnosi” e si sofferma su “humore et conversatione, dono d’eloquenza, nomi antichi e moderni, gelosia e mantenimento di concubine, vendetta, costumi degli italiani lodevoli, matrimonio e mentite, banditi, modo di vivere in casa, modo di stare a tavola, prudenza nell’economia, maniere gentili, contare le hore, le visite, discrezioni, esortazioni ai viandanti, la religione degli italiani”.

Un simpatico manualetto non privo d’ironia, scritto da una delle figure caratteristiche del libertinismo italiano, nato nel 1630, durante la storica peste, narrata ne “I promessi sposi”. Nipote di un vescovo, autore di oltre cento opere, inesausto viaggiatore e mordace indagatore di scostumati costumi, Leti fu bizzarro e piacevole nel dire, perculeggiò bravamente papi e re, spesso dietro il  finto velario dell’elogio. Un Beppe Grillo d’antan… ma enormemente più colto.

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