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Letti per Voi: Il poeta perugino Migliarini e la sua ultima fatica letteraria “Le Mijarime”

Il poeta del Borgo d’Oro, Gian Paolo Migliarini, è sugli scaffali con la sua ultima raccolta in lingua perugina, la settima, dal titolo “Le Mijarime”. Un libro uscito per i tipi di Bertonieditore, ma che l’autore definisce “fatto in casa”, in quanto curato e prefazionato dalla figlia Alessandra. Una silloge il cui esergo, rubato a Trilussa (qui correttamente riportato col vero, chilometrico nome di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri) recita così: “La vita mia, che nasce per un gioco / come la maggior parte de le cose, / sta chiusa in una goccia… Tutto quanto / finisce in una lagrima de pianto”.

È tutto qui il senso della pagina di Gian Paolo Migliarini: esprimere una peruginità autentica, borgarola, gioiosa ed affettuosa. Allegra, con una punta di malinconia. Come il vento impetuoso che taglia la faccia per via dei Priori e ci ricorda le generazioni della Vetusta, rissosa e dal cuore tenero. Perché Perugia è da sempre nel cuore… e nei titoli dell’opera di Migliarini: da “Saluti perugini” (2004) a “Perugini se nasce” (2014).

E Migliarini è il nomen omen sul quale egli stesso si permette di scherzare, da Pasquino della patria d’Euliste, provocatorio e irriverente: “Oltre ch al mi cognome e nunn è poco / i mejarini ènno na razzaccia / scappon da nas e bocca come l foco, / che, si n t arpari, lavi anche la faccia; / na specie de na doccia fatt a cacchio / coi fioli natural de no sputacchio”.

La vena seria, riflessiva e sentimentale, esce ne “Le mejo cose” che si chiude con la strofa: “N poraccio che se leva l pan de bocca / pur d aiutà ta nantro disgraziato, / uno che soffre, pija l ben quan tocca / ma nn arimpiagne mai d esse campato. / E l sole, da le facce calorose, / nziem a l amor, ènno le mejo cose”.

Gian Paolo Migliarini entra a gamba tesa anche nei temi della contemporaneità. È un lettore affezionato di PerugiaToday e sentite come si esprime circa due nostri recenti servizi. Il primo, quello sulla sala scommesse alla Pesa: “Na sala a Porta Pesa de scommesse / vicino ta le scòle di freghini? / Chi dice: “Guai al mondo, n cià da èsse!” / Opuro c è chi pensa tai soldini. / Se potrìa fa n accordo n bon e bella: / de scommette nti voti dla pagella!”.

Questa, invece, commenta il nostro servizio sulla testina di Porta Sole, sfregiata dai cavi che le passano sulla fronte: “Cavi passati sopra na testina?/ Ce vòle d èsse propio testa frolla/ quisto nunn è no sfregio, è na ruvina/ e na ruvina peggio è chi n controlla./ Bravo Allegrini, sempre a la riscossa/ sè la nostra Ferrari testarossa!”.

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