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La scrittrice perugina Sara Allegrini fa il pieno ai Notari in una straordinaria due giorni di "LiberLiberaTutti"

Tema degli incontri, la discussione del libro “Mina sul davanzale”, che fa seguito a “La ragazza in bottiglia”, della stessa autrice

La scrittrice perugina Sara Allegrini fa il pieno ai Notari in una straordinaria due giorni di LiberLiberaTutti. Reduce dal successo del Bancarellino, la scrittrice più amata dai giovani ha fatto sold out in due incontri con le scuole perugine: in primis i licei magistrali e scientifico, oltre a diverse classi della San Paolo e della scuola di San Sisto.

Tema degli incontri, la discussione del libro “Mina sul davanzale”, che fa seguito a “La ragazza in bottiglia”, della stessa autrice.

L’iniziativa della Biblioteca di Villa Urbani e dei centri di lettura del Comune di Perugia, organizzata anche dalla Regione Umbria, ha colpito nel segno, proponendo incontri a classi che prima leggono il libro e poi incontrano l’autore, per un dialogo incentrato soprattutto su temi e problemi dell’adolescenza e non solo.

Azzeccata soprattutto l’idea di far diventare protagonisti i giovani che, senza filtri né imbarazzi, possono dare sfogo alla dimensione problematica di questo snodo sostanziale della propria esistenza: l’età disgraziata dell’adolescenza, col suo carico di incomprensioni e sofferenze. “Esistono – dice Sara – tre tipologie fondamentali di libri. Quelli dell’ignavia, quelli che fanno bene e quelli che fanno male”. “La prima categoria non è nemmeno da considerare. Anche Dante pone gli Ignavi (“Che mai non fur vivi”) nell’Antinferno, in quanto non sono degni nemmeno della considerazione negativa della colpa. Il loro correre dietro a insegne indecifrabili dimostra quanto sia vano inseguire temi banali, senza maturare un’idea propria, adeguandosi passivamente a mode e modi correnti. Tanto da non meritare né l’espiazione nel dolore dell’Inferno, né la gioia del Paradiso.

Esistono poi i libri cattivi, quelli che fanno male perché la loro lettura ci rende peggiori, ponendoci davanti a falsi problemi, facendoci sprecare tempo prezioso. Infine quelli “buoni”, non tanto in sé, ma perché ci aprono gli occhi sul mondo, sul senso di realtà affrontato con coraggio e dignità, in nome di valori che si richiamano a prototipi positivi, stimolandoci a farci domande e, qualche volta, a trovare perfino risposte”. Elevata la partecipazione dei ragazzi e alta l’attesa per la prossima uscita, da Mondadori, de “La rete”, elemento conclusivo della trilogia di Sara Allegrini.

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