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LA POLEMICA Quando la cultura non valorizza il territorio. Il Festival delle Corrispondenze, nell’anno dantesco, ignora l’opera di Ennio Cricco

. La sua versione in lingua magionese-perugina, uscita per i tipi di Guerra (1988), si è meritata medaglie e pubblici riconoscimenti da studiosi, intellettuali e gente di spettacolo

Quando la cultura NON valorizza il territorio. Il Festival delle Corrispondenze, nell’anno dantesco, ignora l’opera di Ennio Cricco. Lo scrittore magionese-bolzanino è accreditato come uno dei più rigorosi traduttori dell’Inferno Dantesco. La sua versione in lingua magionese-perugina, uscita per i tipi di Guerra (1988), si è meritata medaglie e pubblici riconoscimenti da studiosi, intellettuali e gente di spettacolo. Ultimo, Massimo Arcangeli (ordinario Dipartimento Filologia, Letteratura, Linguistica, Università di Cagliari), esimio ospite del Festival di Monte del Lago, oltre che prefatore delle lettere michelangiolesche ai familiari nella versione di Cricco, da me curata.

Senza dimenticare che il padre degli studi sulla dialettologia magionese-perugina, l’indimenticabile Giovanni Moretti (magionese!) ebbe a scrivere: “Ci sembra che Ennio Cricco è riuscito a salvare, nella sua originale rivisitazione dantesca, anche se solo a livello di tenuissimo velo, il soffio dell’ispirazione del Divino Poeta”. Posso, peraltro, personalmente ricordare che Roberto Benigni, Filippo Timi, Enrico Vaime mi hanno richiesto, e da me ricevuto, copia di quel capolavoro unanimemente apprezzato. Altrettanto ho fatto con Massimo Arcangeli e Carlo Pulsoni, accreditati studiosi di livello nazionale. Con l’editore Morlacchi abbiamo riversato in ciddì quelle audiocassette, dell’edizione del 1988, al fine di salvarle dalla estinzione. 

E abbiamo insieme deciso di allegarlo al volume delle similitudini la cui copertina (come anche quella del Michelangelo) è opera di Stefano Chiacchella, uno dei pittori più accreditati del panorama artistico nazionale. Si consideri che la lettura era stata affidata allo stesso Cricco, con la sua voce rotonda e la sua “calata” magionese-perugina, miracolosamente sopravvissuta all’omologazione linguistica e culturale. Nel 2015, d’intesa con Ennio, ebbi a curare la pubblicazione delle similitudini dantesche tratte da quella traduzione. Nel 2008 avevo già redatto l’opera omnia di Cricco (“Scritti”), un insieme di prose, poesie (“bozzetti”), traduzioni (Fioretti di San Francesco, Giulietta e Romeo di Luigi da Porto, Andreuccio da Perugia di Boccaccio, le Favole di Esopo, Belfagòr arcidiavolo di Machiavelli e parecchio altro).

Convintamente assecondato dall’amministrazione comunale magionese, allora presieduta da Massimo Alunni Proietti, assessore Aldo Chiappini e presidente della Pro Loco Luigi Bufoli. I libri di Cricco sull’Inferno sono esposti all’Augusta nella mostra curata da Carlo Pulsoni. Ricordo peraltro che l’Amministrazione comunale di Magione volle concedere a Ennio Cricco, illustre concittadino, la cittadinanza onoraria. Era allora assessore alla Cultura l’attuale sindaco Giacomo Chodini, che si fece parte attiva per il conferimento. Nello stesso anno, il Comune di Perugia, nella persona dell’Assessore alla Cultura Andrea Cernicchi, sindaco Renato Locchi, consegnò a Cricco alla Penna il baiocco alla cultura. In sintonia con i voti dell’Accademia del Dónca e l’attiva partecipazione della città del Grifo.

Quest’anno, in occasione dell’anno dantesco, l’Accademia del Dónca, con un gruppo di attori qualificati, accompagnati da musicisti di rango, ha messo in scena un’affabulazione contenente episodi significativi dell’Inferno dantesco: la Porta dell’Inferno, Farinata, Ulisse, Francesca da Rimini, Ciacco e i golosi… Fra gli attori in scena, Fabiola Marchesi (magionese!) e Gian Franco Zampetti, direttore artistico del teatro Mengoni di Magione, autore di un libro storico sul teatro medesimo… e magionese doc, oltre che amico personale di Ennio Cricco.

Lo spettacolo sull’Inferno ha ufficialmente aperto le letture pubbliche dantesche del Comune di Perugia in Sala dei Notari, evento cui è stata data ampia diffusione. Scelta effettuata dal professor Carlo Pulsoni, coordinatore delle iniziative dantesche per il Comune di Perugia, con la piena condivisione dell’Assessore alla Cultura, lo storico Leonardo Varasano. Dimostrazione inequivocabile del fatto che, evidentemente, il capoluogo la pensava diversamente a proposito della valorizzazione delle risorse culturali del territorio, latamente inteso. Insomma: Perugia città di provincia, ma non certamente provinciale. In modo – a mio avviso – avventato, gli organizzatori del Festival delle Corrispondenze hanno deciso di ignorare il contributo di Cricco alla conoscenza e alla diffusione dell’Inferno dantesco del nostro idioletto. Ma la pensano così anche i tanti magionesi che hanno dato, e dànno, lustro alla storia della comunità di Fra Giovanni.

Cricco e Dante magionese-perugino: vittime di conventio ad excludendum? Si tratta pur sempre di una scelta. A parere di molti, caratterizzata da una certa, colpevole leggerezza. A mio avviso, assolutamente censurabile. E non mi si dica di essere “parte in causa”. Lo sono. E orgogliosamente.

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