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Giovane, talentuoso e sempre con la chitarra: ecco Uno, il primo album del cantautore umbro JM

JM, all’anagrafe umbra Matteo Fioriti, è un giovane songwriter che ha scelto la musica come mezzo di espressione e di comprensione dei propri desideri, delle proprie paure e del proprio cammino

Lui e la sua chitarra sono inseparabili. Undici tracce ricche di atmosfere funk, beats avvolgenti, freestyle, aperture pop e momenti intensi. E' uscito "Uno", il primo album del giovanissimo cantautore umbro JM. E dentro c'è di tutto.
La definizione della Jap Records, l'etichetta perugina del nuovo talento della musica, lo racconta così: "In un momento storico in cui la trap è ormai mainstream e in cui il linguaggio rap fa parte dell’immaginario comune, JM (all’anagrafe umbra Matteo Fioriti), pur adottando il flow e le rime rap per esprimersi, si colloca lontano anni luce dall’egotismo imperante, spesso superficiale di Sfera". Altra storia, insomma.

E ancora: "JM è una sorta di mosca bianca: pensate a un cantautore d’oggi (sì, cantautore, non rapper), sempre attaccato alla sua chitarra, e già questa immagine è ben lontana dalla musica confezionata al PC dalla maggior parte dei trapper".

La descrizione va avanti: "Pensate a un ragazzo d’oggi che suona il disco con accanto a sé una band vera e propria, non samples. Sudore, passione e groove (elemento centrale di molti pezzi funky in stile old school, quasi alla Earth Wind & Fire). Pensate a beat che fanno venire in mente gli anni ‘80 dei Tom Tom Club, o un must dell’electro come “Rockit” di Herbie Hancock, o a bassi furibondi come quelli del Beastie Boys (nella bellissima Più Su che apre il disco). Ecco, pensate a tutto questo e aggiungete un flow travolgente, ai limiti del freestyle e dell’acrobatico (Fratello ne è una prova), e avrete una cifra quasi completa del disco. Ma abbiamo detto quasi. Sì, perché poi c’è da considerare che improvvisamente il giovane Matteo ci svela un mondo interiore, e poi pensa ritornelli pop, e poi ancora ci spiazza con brani più intimisti, con arrangiamenti emozionanti, con ballate e mood che fanno pensare ad artisti lontani anni luce dal rap come Ben Harper e Bon Iver (nella stupenda Murphy). Una trama molto fitta per un disco d’esordio, per chi non si accontenta del monocromatico mondo trap fatto di THC, alcolici e painkiller vari".

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