INVIATO CITTADINO Palazzo Gallenga, Battiato ai raggi X
Una conversazione arguta, profonda, seguita con interesse
Un Battiato ai raggi X, quello proposto a Palazzo Gallenga da Giovanni Di Franco, battiatologo di vaglia. Con la complicità del pianista Stefano Ragni che ne ha eseguito dei brani dal vivo.
Dalla bio e alle sue intersezioni con l’arte e coi punti di vista, poeticamente divergenti.
Di Franco ha anche proposto registrazioni dal vivo senza il crisma dell’ufficialità, ossia quelle “alla macchia”, registrate e circolate tra gli editui di questo gran sacerdote dell’esoterismo filosofico-esistenziale.
Il relatore ha sviscerato la molteplicità di segni e di segnali che si colgono in una produzione irriverente e decisamente controcorrente. Un uomo e un artista alla perenne ricerca di “un centro di gravità permanente”, ossia alla disperata e disperante aspirazione a un impossibile equilibrio. Che, nella vicenda esistenziale, si rivela precario. Giocoforza.
Riflessione sul poliglottismo (arabo, inglese, tedesco… in un caso siciliano) e in una polisemia ricorrente. Ossia nella totale apertura di interpretazione da parte del fruitore.
Scelte spiazzanti, non giochi, ma complessità. Così come complesse furono le sue teorie sulla metempsicosi. E poi i tanti neologismi, fra ricerca e provocazione, allo scopo di generare spiazzamento. E la tendenza citazionale poetica, un riciclaggio colto di poesia nazionale.
Quindi Battiato autore al servizio di altri artisti, fra i quali Di Franco individua la più grande in Giuni Russo, a suo dire fortemente sottovalutata. Evidenziando il sodalizio con Alice e la collaborazione con Milva.
Invettive, autoironia, amore e sesso, illusione e delusione.
Senza dimenticare la collaborazione col filosofo Manlio Sgalambro, poco efficace all’inizio, poi strepitosa.
Una conversazione arguta, profonda, seguita con interesse. Altro che canzonette.