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Morlacchi, grande interpretazione di Monica Guerritore col brechtiano “L’anima buona del Sezuan”

Una produzione di altissimo livello, in scena al teatro perugino: un convinto omaggio alla versione scenica realizzata nel 1981 dal Maestro Giorgio Strehler

Trionfa Monica Guerritore col brechtiano “L’anima buona del Sezuan”. Una produzione di altissimo livello, in scena al Morlacchi fino a domenica. Un convinto omaggio alla versione scenica, realizzata nel 1981 dal Maestro Giorgio Strehler.

Nello spettacolo tutto funziona. Un gruppo di attori affiatatissimi che cambiano ruolo e costumi con uno strepitoso tempismo. Un perfetto e oliatissimo meccanismo di sincronizzazione di movimenti e sentimenti. 

Una scena animata da dinamismo meccanico, non meno che sentimentale. E ideologico. Se è vero che l’autore intese riferirsi in modo ineccepibile alla violenza, ridicola e feroce, del nazismo. Che la regia evidenzia con passo stentoreo e braccio teso. E non solo. Mostrando, soprattutto, la povertà morale come connotato di fondo dell’ideologia totalitaria.

Tutto questo è riuscita a mettere insieme, e tenere legato col filo dell’arte teatrale, Monica Guerritore. Sempre convincente e appassionata. 

Il messaggio di Brecht - morale ma non moralistico - è tutt’altro che anacronistico e scontato: basta guardarsi intorno e fare qualche semplice riflessione. Riproporlo nella forma che gli è congeniale, quella della satira e del paradosso, è operazione che si veste dunque di contenuto politico non banale.

Uno spettacolo in cui coesistono, e si integrano felicemente, spunti di potente ironia ed efficace drammaturgia, con musica, coreutica, recitazione intensa e persuasiva.

Monica Guerritore vince e convince. Tutt’altro che “nanus gigantis humeris insidens”. Come afferma con modestia nella brochure di presentazione.

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