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In Galleria presentato il volume “Album Capitini” con cui si chiude il cerchio delle celebrazioni capitiniane

Sono intervenuti i curatori del volume Anna Alberti (specialista capitiniana dell’Archivio di Stato di Perugia), Lanfranco Binni (Fondo Walter Binni), Gabriele De Veris (Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia) e Marco Pierini (Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria). Erano inoltre presenti  il sindaco di Perugia Andrea Romizi e l'editore Raffaele Marciano

In Galleria, presentazione del volume “Album Capitini” (Aguaplano editore, pp. 96, 16 euro) con cui si chiude il cerchio delle celebrazioni capitiniane, numerose e qualificate, che hanno punteggiato l’anno del cinquantesimo dalla morte. “Un libro – sostiene Lanfranco Binni – come necessario strumento per la prassi”. L’editore Raffaele Marciano definisce il volume “corale e condiviso”.

Un folto pubblico per accogliere una pubblicazione di sicuro interesse. Infatti le foto del filosofo della nonviolenza erano disperse in tanti rivoli e mancava una pubblicazione che le presentasse in modo organico e ragionato, rendendo un utile servizio ai tanti che ne avevano bisogno: studiosi, appassionati, persone attratte dalla storia cittadina, in termini di idee e personaggi di rilievo.

Sono intervenuti i curatori del volume Anna Alberti (specialista capitiniana dell’Archivio di Stato di Perugia), Lanfranco Binni (Fondo Walter Binni), Gabriele De Veris (Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni di Perugia) e Marco Pierini (Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria). Erano inoltre presenti  il sindaco di Perugia Andrea Romizi e l'editore Raffaele Marciano.

“Sono nato a Perugia il 23 dicembre 1899, in una casa nell’interno povera, ma in una posizione stupenda, perché sotto la torre campanaria del palazzo comunale, con la vista, sopra i tetti, della campagna e dell’orizzonte umbro, specialmente del monte di Assisi, di una bellezza ineffabile. Mio padre era un modesto impiegato comunale e custode del campanile; suonava anche le campane comunali, e tutti noi in casa sapevamo farlo”. 

Questo un passo significativo dell’autobiografia del filosofo dei Cos. L’appartamento cui fa cenno Aldo Capitini (nello scritto dell’agosto 1968) si trovava al quinto piano del Palazzo dei Priori, nei locali dove oggi ha sede la direzione della Galleria Nazionale dell’Umbria. Qui Capitini visse gran parte della propria vita, prima di trasferirsi al n. 108 di Villaggio Santa Livia. Quegli ambienti sono stati oggi recuperati a seguito di un restauro, proprio nell’anno in cui si commemorano i 50 anni dalla morte (23 dicembre 1899 - 19 ottobre 1968).

Marco Pierini parla, legittimamente, di “recupero emozionale, oltre che strutturale”. Il volume fotografico contiene fotografie e documenti d’archivio in gran parte inediti  e conservati presso l’Archivio di Stato di Perugia, nell’archivio della Fondazione Centro studi Aldo Capitini e presso la Biblioteca comunale San Matteo degli Armeni, che i curatori hanno progettato e messo insieme e attraverso i quali viene cronologicamente ricostruito il percorso di Aldo Capitini e la complessa formazione della sua opera.

Gabriele De Veris annuncia che è necessario anche lo studio delle numerose annotazioni (infratesto  e  marginali) che Capitini era solito vergare nei libri letti. Il volume si apre con un autografo (scritto due mesi prima dell’esiziale operazione chirurgica), in cui Capitini sinteticamente ricostruisce il proprio percorso esistenziale, intellettuale e politico.  Le immagini scorrono corredate da un testo (“La vita e le opere”) a cura di Lanfranco Binni che ripercorre l'esperienza umana e intellettuale di Capitini, la sua poliedrica attività di filosofo, politico, poeta e organizzatore. In una robusta e qualificata appendice, “Per leggere e studiare Capitini”, sono contenute indicazioni essenziali sia per un pubblico generalista che per gli studiosi, disposti ad impegnarsi in una documentata ricerca di carattere storico e filosofico.

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