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Parola di Nino Marino: il teatro vive e dialoga con la contemporaneità, solo se è capace di rinnovarsi

È decisamente questo il principio ispiratore delle scelte del direttore dello Stabile Nino Marino, che ci ha appena offerto una stagione semplicemente strepitosa

Il teatro vive e dialoga con la contemporaneità, solo se è capace di rinnovarsi. È decisamente questo il principio ispiratore delle scelte del direttore dello Stabile Nino Marino, che ci ha appena offerto una stagione semplicemente strepitosa. Ma la stagione non finisce qui. Se è vero che adesso si affaccia il periodo più caratterizzante e innovativo, sperimentale e insieme collaudato, in esplorazioni artistiche di grande interesse. Un periodo che investe le arti performative nelle molteplici valenze che esse sono in grado di assumere.

Dal 2 aprile al 31 maggio, torna infatti “Smanie di Primavera”, una rassegna multidisciplinare coraggiosa, tutta dedicata ai nuovi linguaggi, con alcune significative sperimentazioni confermate. La sperimentazione non deve, infatti, essere fine a se stessa, ma ha lo scopo di conferire valore aggiunto, arricchito da forti valenze drammaturgiche e umane. Una vera parata di genialità. Insomma: i giovani sono portatori di talenti che non vanno nascosti sottoterra, come nella parabola evangelica. Ma acquistano senso, solo se portati alla luce e moltiplicati.

Dunque, Marino propone un palcoscenico condiviso, dove pubblico e performer stiano a contatto, in una dimensione grotovskiana. Fra le proposte, sulle quali torneremo con puntuali recensioni: Liv Ferracchiati, autrice e regista collaudato. Carolina Balucani, sempre più convincente e dazionale. La Compagnia Indipendente dei Giovani Umbri con la regia di Samuele Chiovoloni. Lorenzo Collalti, giovane regista e drammaturgo. Raffaella Giordano, per la danza contemporanea… e tanto altro.

Pezzo forte delle proposte il lavoro di Officine TSU, lo spazio partecipato, dedicato al confronto tra le diverse generazioni di artisti, di operatori e di pubblico. Perché il pubblico va cercato, creato, visto in una prospettiva intergenerazionale. Spazio anche agli studenti della nostra Accademia delle Belle Arti di Perugia, guidati dalla scenografa Marta Crisolini Malatesta. Ruolo importante confermato per il Centro Studi Sergio Ragni, guidato con affetto e competenza da Eleonora Mosconi, compagna di vita e di scena.

Anche in Galleria Nazionale, si sperimentano i linguaggi della composizione coreografica. Accolgo con gioia l’attesa valorizzazione di Giulietta Mastroianni che presenta “Da questo buio nascono i figli”, testo nato da un laboratorio con Lucia Calamaro. Stimo Giulietta da anni come film maker, con prodotti di vaglia, dal documentario penniano a quello dottoriano. Infine l’omaggio a Pina Bausch, vero spartiacque fra distinzioni epocali di danza e coreografia. Attivo coinvolgimento del Post Mod con proiezioni e momenti di discussione. Insomma: talenti, strutture, territorio, risorse umane e culturali, riunite al servizio del teatro.

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