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Venerdì, 19 Aprile 2024
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IL LIBRO il Dizionario sentimentale (ricordi e incontri) di Antonio Carlo Ponti. La recensione di un lungo viaggio di un intellettuale irrequieto


Ad aver generato il Dizionario sentimentale (Futura Libri, 2022) di Antonio Carlo Ponti è stato un suo precedente libro-miscellanea, Cosa farò da grande. Il “mio” Corriere dell’Umbria e molto altro (101 Edizioni, 2018) che tra le potenziali estrinsecazioni contenute in nuce include anche un elenco, esteso per quattro pagine, delle “Persone conosciute o conosciute bene che non sono più”, molte da lui già ricordate in quel “suo” “Corriere del’Umbria” di cui è stato il primo direttore e successivamente assiduo collaboratore. Sollecitato così dagli amici, quei nomi con l’aggiunta di tanti altri viventi si sono animati attraverso “ricordi e incontri di una vita”, come recita il sottotitolo, in più di quattrocento voci distribuite in ordine alfabetico (da Roberto Abbondanza a Renzo Zuccherini) che nell’indice occupano ben tredici pagine. Prima di quello attuale, il titolo prescelto, L’ombra della sera (con riferimento alla denominazione di una statuetta etrusca) alludeva alla
stagione dell’esistenza incline ai consuntivi, in cui le figure evocate riemergono dall’“ombra” del passato (come nel dipinto riprodotto in copertina) e affollano la memoria nelle loro sempre più distinte sembianze, prendendo corpo e giusta collocazione nel proprio vissuto. 


Cosicché tra le citazioni d’autore poste con intento programmatico in esergo, Ponti può ripetere con Edgar Morin «I ricordi mi vengono incontro», con Paola Soriga «Io  sono tutte le persone che ho conosciuto, tutte le storie che ho ascoltato, tutte le case e le città che ho abitato» e con Gaston Bachelard «L’essere umano è un alveare di esseri». A quel florilegio si può anche accludere come variazione sul medesimo tema quanto ha scritto Giancristiano Desiderio, sottolineando come l’identità di ciascuno sia modellata dalla relazione con altri soggetti: «Perché noi cosa siamo se non le persone che abbiamo incontrato, che abbiamo conosciuto, che abbiamo amato, che abbiamo perduto e che ancora segretamente continuiamo ad incontrare e ci vengono a trovare». Nella sua lunga attività professionale di giornalista, scrittore, critico d’arte, editore e talent-scout, promotore e organizzatore di mostre e di eventi culturali, Ponti ha conosciuto e frequentato a vario titolo una
miriade di persone, colleghi giornalisti, artisti, letterati, politici. 

Ne ha stilato una lista iniziale che si è andata progressivamente infoltendo per germinazione e accumulazione, non trovando mai fine e perciò ancora aperta a possibili integrazioni. In un crescendo di furor reminiscendi, per la redazione dei testi Carlo si è quindi aggirato in pochi febbrili mesi, nella sua sterminata biblioteca, dove si condensa “una vita di libri”, alla ricerca di dediche, cataloghi di mostre, volumi e pubblicazioni varie, riconducibili agli autori e artisti (per lo più umbri) da lui presentati e recensiti o comunque frequentati e in rapporto di duratura amicizia. Avvertito in premessa che il Dizionario sentimentale «non è una sorta di Guida Monaci, ma un repertorio di relazioni, incontri, giudizi critici, plausi e rari sassolini da togliere dai calzari”, reso peraltro insidioso per essere «costantemente sotto la mannaia del narcisismo e dell’egolatria», il lettore non deve poi meravigliarsi se più volte nei profili troverà espressioni del tipo «Comincio a parlare di lui e finisco per scrivere di me». Non potrebbe infatti essere diversamente, perché pur «ritenendo di aver scritto un libro con spirito di servizio,
generoso, sentimentale», l’opera è soprattutto un’autobiografia intellettuale, seppure «in veste nuova e inconsueta, come un dizionario», «così denso necessariamente di io”», ma altrettanto«pieno di pensieri gentili per quanti mi sono stati vicini nel tragitto». Con qualche deroga per la trascrizione (anche parziale) di ritratti già pubblicati, le voci (anche collettive) catalogate in tono colloquiale tratteggiano l’attività svolta dai vari soggetti intrecciandola ad aneddoti e curiosità più intimi, come quelli che si raccontano nelle riunioni conviviali con la verve e il gusto sapido consoni al contesto, nel desiderio tuttavia di palesare l’ordito delle tracce impresse dai protagonisti nella personale vita interiore. 

Costante è comunque la presenza della consorte Nerina (a cui il libro è dedicato), sua compagna di vita che ha condiviso gran parte di quegli incontri e le comuni amicizie tanto da apparire in molte delle foto che corredano il volume, in gran parte scattate da Daniele Paparelli. Come annunciato però, tra la foltissima schiera di nomi, «non mancano voci allotrie, dedicate a persone o ad autori non conosciuti in maniera diretta ma per immedesimazione ed emozione». Possono risultare pertanto eccentrici (con motivazioni) i lemmi di Cannella, la gattina ora “compagna di solitudine operosa”(dopo la dolorosa scomparsa dell’amata Nerina), di Paul Claudel, pure collegato ad un episodio condiviso con la moglie al Festival di Spoleto ed ancora per un omaggio a lei, “sindacalista dura e pura”, si riserva una voce a Guglielmo Epifani a cui veniva rammentata l’“umbritudine” paterna nei loro incontri di lavoro. Tale è dunque la perdurante centralità della consorte nella vita di Carlo che persino lo spazio autonomo assegnato a Jhumpa Lahiri è dovuto ad una coincidenza, per la pubblicazione nello stesso giorno e nella medesima pagina di giornale delle recensioni alla sua plaquette per Nerina, L’estate fredda. Poesie d’amore e a Il quaderno di Nerina della scrittrice di origine bengalese. In una voce a sé, Corciano fa poi da contenitore di tanti Vip menzionati e con i quali Carlo ha interloquito in pubblici incontri, in qualità di direttore artistico dell’“Estate corcianese”, mentre Leo Longanesi è ricordato come maestro di giornalismo (quindi idealmente anche suo) e in particolare come prefatore di un libro dell’epigrammista e poeta satirico Gaio Fratini, amico e corrispondente di Ponti che di recente per Gaio ha ideato e curato un volume commemorativo in occasione del centenario della nascita
(2021). 

Per rimarcare le proprie salde convinzioni etiche prima ancora che ideologiche, prendendo spunto da uno spettacolo sulla Shoah, tratto da un testo del “mai domo cacciatore di criminali nazisti”, si rende onore a Simon Wiesenthal e viene riproposto come “intermezzo profetico di cui vo fiero” un articolo (della sua rubrica “Giovenale”) fieramente avverso a Donald Trump. Avviandosi alla conclusione del Dizionario (alla lettera W), in polemica con gli “anonimi censori”,
inserisce la propria documentata scheda (a cura dall’amico Luigi Maria Reale) pubblicata su Wikipedia e poi immotivatamente cancellata dall’enciclopedia digitale. A parte comunque le “punzecchiature” (nel suo ambito giornalistico ma non solo), l’opera va intesa in modo prioritario come un dono fatto a sé stesso, chiamando a raccolta le tante persone che ne hanno arricchito l’esistenza (come è avvenuto per i festeggiamenti dei suoi ottant’anni con intorno gli amici immortalati in una foto), ma soprattutto a coloro che vi sono compresi, sicuramente grati di essere stati ammessi nel suo universo “sentimentale”.
***
Antonio Carlo Ponti, Dizionario sentimentale. Ricordi e incontri di una vita, Perugia,Futura Libri, 2022, pp. XXI-412 € 25.00
 

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