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Gubbio, il Medioevo e un festival "eccezionale": il programma dell'edizione 2017

Un evento che ha carattere di eccezionalità e che celebra degnamente il “Geist” medievale di Gubbio e dell’Umbria. La terza edizione del Festival del Medioevo – partorito dalla mente fervida di Federico Fioravanti, intellettuale e maestro di giornalismo – si presenta nella sua veste smagliante di evento culturale unico a livello nazionale.

Il programma di quest’anno è ancora più ricco e variegato del solito ed è imperniato intorno al tema della città. Apre e danze il 27 alle 11, in Sala convegni, il massimo storico perugino, Alberto Grohmann, con una lectio sul tema “La città medievale”. Ne dà una succosa anteprima in conferenza stampa, incantando un uditorio di giornalisti e gente di cultura.

Rinviando all’indirizzo web e alla pagina facebook per il programma analitico (www.festivalmedioevo.it; @FestivalDelMedioevo) basti ricordare i nomi dei personaggi storici dei quali si tratterà: da Dante a San Francesco.

E le città: Palermo e Parigi, Genova e Venezia, Napoli, Firenze e Costantinopoli. Eventi e mostre a go-go: Fiera del libro medievale, Miniatori e calligrafi, Mercato Medievale, Templari tra storia e leggenda, Cacciatori d’aquile in Mongolia, Medioevo fantastico, Stati generali della rievocazione storica, Torneo di scherma medievale, Laboratorio di danza, Medioevo dei bambini, Antichi strumenti di tortura e di morte, Due maestri del cinema (Visconti e Rossellini), Medioevo in Tv (sceneggiati e documentari storici della Rai).

Coinvolti i balestrieri e gli sbandieratori. Insomma: per seguire tutto (dal 27 settembre al 1° ottobre) ci vorrebbe il dono dell’ubiquità.

L’importante è ascoltare le parole di Fioravanti: “Non si tratta di una banale operazione nostalgia, ma è un guardare al passato per capire le radici e parlare della contemporaneità: osservata sul versante della cultura, del turismo, dell’economia”. Musica per le orecchie dell’assessore regionale Fernanda Cecchini, con cui Fioravanti motteggia e intreccia amichevoli lame.

Grohmann parla della città come “stato d’animo” (cara anche al nostro indimenticabile Raffaele Rossi) e ricorda che in 10 secoli accade tutto e l’opposto di tutto. L’importante è che la manifestazione si caratterizzi per un profilo alto, sebbene con l’utilizzo di un linguaggio semplificato, al fine di raggiungere un pubblico sempre più vasto.

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