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Giovedì, 25 Aprile 2024
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L'ex assessore musicista vince il concorso Gens Vibia 2017: primo posto per Marcello Ramadori

Marcello Ramadori, intellettuale e musicista, ottiene il meritato riconoscimento del primo premio al concorso di poesia in lingua italiana "Gens Vibia" 2017. Ramadori fu assessore socialista al Comune di Perugia, quando cercò di tradurre in atti amministrativi gli intramontabili principii di un’ideologia che mirava alla creazione di una società liberata e fraterna.

Dopo quell’esperienza, Marcello proseguì in anni di attiva militanza che scelse di vivere con dignità e discrezione. Intanto andava coltivando interessi musicali che ne hanno fatto uno dei più accreditati ricercatori delle tradizioni e delle musiche della nostra regione, oltre che lirico cantore della civiltà contadina. Un etnomusicologo che si pone sulla scia del grande Maestro Bartolini e dei suoi “canti dell’aia”.

Ramadori, insieme all’amico Giuseppe Fioroni, non si limita alla ricerca, ma salva dall’oblio musiche e parole che traduce in spigliate performance in cui si esibisce con perizia alla fisarmonica e alle percussioni (suo figlio Leonardo è un notissimo professionista), addirittura inventando strumenti rustici e ricorrendo perfino alla musicalità di mestoli e cucchiai. Famose le sue frequenti esibizioni col gruppo teatrale di Mariella Chiarini.

Marcello è dotato di vastissime conoscenze di tipo esoterico che lo pongono tra i massimi e riconosciuti maestri di riflessione valoriale, etica e spirituale. Il suo “L’anagrafe del nostro scontento” (con disegni dell’amico Fioroni) è uno dei più bei volumi di poesia editi in Umbria. Il libro di una vita, in cui Marcello ha dislocato memorie di persone e di luoghi, di terra e di spirito, di impegno e d’ironia, di filosofia e di laicissima “religio”.

La motivazione del premio  "Gens Vibia" 2017 recita: “Immagini molto intense si susseguono in questa ricostruzione che si dipana attraverso sensazioni di legami forti. L'autore lentamente ci inoltra in una realtà, che ci consente riflessioni profonde e nel contempo ci apre un mondo di sentimenti autentici e di legami indissolubili, mettendo in primo piano la serena inaccessibilità della certezza del senso della vita. Ampio il periodare, elegante l'espressione stilistica”. Che dire di più? Un passaggio di “Riprendiamoci per mano”: “Non conosco memorie cattive, / l'oggi spaventa le mie pupille / e allora chiudo gli occhi / e mi rifugio in te  / tenera alcova / tienimi ancora per secoli / e poi disperdimi / tra cielo e terra”.

Per chiudere con “Risurrezione”: “L'imperfezione del limite / non ci affliggerà / e vagheggiando in cerca di risposte / troveremo la chiave di volta. / Tutto allora sarà concluso”.

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