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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Anteprima perugina del Festival del Medioevo. Fioravanti cala un tris d’assi e vince la mano

Franco Mezzanotte, Franco Ivan Nucciarelli e Attilio Bartoli Langeli muovono le folle

Anteprima perugina del Festival del Medioevo sulla “Perugia di Dante”. Fioravanti cala un tris d’assi e vince la mano. Franco Mezzanotte, Franco Ivan Nucciarelli e Attilio Bartoli Langeli muovono le folle. Anche su temi comunemente ritenuti di carattere specialistico.

Tutto esaurito alla Sala delle Colonne di Palazzo Graziani. Alcuni non hanno potuto accedere, malgrado la notevole capienza. Come mosche al miele, si direbbe. E il miele, in questo caso, era costituito da tre personaggi di indiscutibile appeal nei rispettivi campi. Che sono la storia, l’iconologia, la storia dell’arte, la paleografia. Ma senza confini. Perché la vastità di cultura, l’eclettismo e la capacità di sintesi dei tre relatori è consapevolezza diffusa fra quanti abbiano interesse al mondo del sapere. Declinato attraverso una capacità affabulatoria che non fa di certo guardare l’orologio.

Parte Franco Mezzanotte che unisce al sapere, e al saper dire, un senso dell’ironia e una prospettiva personale che meraviglia anche chi, come l’Inviato Cittadino, gli è amico da una vita.

Franco parla di papi e di Comuni (al plurale, rappresentati dal potere podestarile e da quello del Capitano del popolo), di tasse e Petra Iustitie, del decollo dell’economia monetaria. Inquadrando la storia di Perugia nel più ampio contesto locale e nazionale.

Spetta a Franco Ivan Nucciarelli prospettare l’aspetto artistico, cominciando con l’accennare alle opere di Perugia e dell’Umbria sparse nel mondo: sono 749, delle quali cui si sa dove sono finite e nelle mani di chi. Oltre mille quelle disperse.

Si sofferma in particolare sul trinomio arte-politica-economia come elementi generatori di arte e di cultura.

Attilio Bartoli Langeli parla della Fontana Maggiore sciorinando date e dati con la consueta eleganza. L’originalità della nostra Fontana, un unicum mondiale, consiste nell’aver ricondotto ad unità i tre aspetti: architettura, arte (scultura) ed epigrafia. Considerazioni sulla forma, insieme rotonda e piramidale, riflessioni e ricostruzioni originali sulle scritte (due su bronzo, tre su pietra) che interessano l’opera su cinque livelli. Il fascino dell’analisi di Attilio è pari all’affabilità della persona e al meritato prestigio di cui gode nel mondo scientifico. Federico Fioravanti cita il giudizio di uno studioso che giudica Bartoli Langeli come il massimo esperto a livello europeo. Chi scrive ne è convinto da sempre. E lo ricorda come insuperabile studioso al vertice della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria, quando lo chiamò a farne parte.

Spigolatura personale.

Caro Attilio, hai svolto una relazione che non esito a definire commovente. Almeno per chi, come me, ama la città. E ti assicuro che siamo in tanti. Ci hai fatto amare ancora di più la Regina della Piazza. Sulla Fontana sta scritto “mira videre potes”. Tu hai reso tangibile il “mira audire”. Si bene prospicias.

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