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Il Corciano Festival sbanca con la musica di qualità, sotto la direzione di Massimo Bartoletti

Dopo l’apertura e l’inaugurazione di mostre ed eventi, il Corciano Festival sbanca con la musica di qualità. Un mix straordinario di classico e popolare, filtrato dallo stigma di un’altissima professionalità, l’evento tenutosi alle 21:30 in piazza Coragino. Uno spazio consacrato da oltre mezzo secolo di concerti e affabulazioni, incontri e interviste con grandi personaggi del milieu artistico, letterario, giornalistico… nazionale e internazionale. Sold out di pubblico, non solo nelle gradinate e nelle tante sedie sparpagliate per quel mitico spazio, ma gente in piedi, ad ascoltare, rapita, e a spellarsi le mani.

Sul palco i Billi Brass Quintet che hanno offerto uno speciale cineconcerto dal titolo “A trip to the moon”, ossia un metaforico viaggio sulla luna. Cominciando con Méliès e il mitico Le Voyage Dans la Lune (1902), considerato antesignano  del genere fantascienza. Come si usava in tempi antecedenti l’arrivo del sonoro, il Quintet ha steso un tappeto acustico connotativo, eseguendo una colonna sonora composta per loro dall’autore americano David Short, famoso anche come arrangiatore.

La performance si è poi dilatata per epoche diverse, attraversando varietà di generi: dalla classica al jazz, dalla leggera al rock, fino alle colonne sonore evergreen e alla musica ebraica, con citazioni colte. Ascoltate, fra l’altro, un Moon River (da “Colazione da Tiffany), o un Fly me to the moon di robusta forza evocativa. Sul palco un manipolo di musicisti di vaglia: Davide Bartoni e Gabriele Paggi alla tromba, Gabriele Ricci al corno, Flavio Pannacci al trombone e Guglielmo Pastorelli alla tuba. La direzione è stata appannaggio di Massimo Bartoletti.

Bartoletti è personaggio poliedrico, dotato di vasta cultura e intelligente ironia. Titolare di tromba al nostro Conservatorio Morlacchi, Bartoletti ha un curriculum che è un volume della Treccani. Basti ricordare i trascorsi in Rai, le collaborazioni con Berio, Petrassi, Stockhausen, con Nino Rota e Fiorenzo Carpi, Armando Trovajoli… e tanti altri. Ieri sera, con rara capacità di interlocuzione col pubblico, Bartoletti è stato autoironico e discreto, da vero mattatore. Introducendo i brani, elogiando i suoi ragazzi, minimizzando il proprio stratosferico apporto e massimizzando la resa del quintetto. 

E, all’occorrenza, ponendo mano e labbra alla tromba e alla cornetta, come solo i grandi sanno fare. Dico all’amico Pagnotta e ad Arbore: perché non pensare a coinvolgere Bartoletti nella prossima UJ che (dice Renzo) sarà tutta votata allo swing? Meditate, gente. Meditate! Che altro dire? Uno spettacolo graditissimo e di qualità, a ingresso libero, in un’ambientazione da sogno. Un grazie persuaso alla patria di Coragino!
 

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