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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

LETTI PER VOI Pescatori di Luce. Il Trasimeno di Pierre Cippiciani

Un volume di grande formato: grande anche nei contenuti, in bilico fra testi e immagini di inusuale caratura poetica

“Pescatori di Luce”. Il Trasimeno di Pierre Cippiciani, raffinata diegesi fotografica fra storia e antropologia.

Un volume di grande formato: grande anche nei contenuti, in bilico fra testi e immagini di inusuale caratura poetica.

Introduzione di Franco Arminio che parla di “resistenza” alla globalizzazione massificante, come atto di conservazione ecologica dei luoghi e delle coscienze.

Preziosa anche la premessa di Maurizio Garofalo che, cogliendo lo spirito dell’opera e le intenzioni dell’autore, parla di “racconto di un mondo raccolto, piccolo nello spazio, ma dilatato all’infinito nel tempo. Un mondo di gesti rituali che si ripetono uguali da sempre”.

Poi il racconto per immagini che si dipana fra reti e barche, in un paesaggio umano (fisico e spirituale) e naturale, còlti e raccontati in straordinaria simbiosi.

Alternati agli scatti, testi in prosa e in poesia in notevole coerenza con la parte iconica. Un bianco e nero di rara efficacia è preferito al colore che spesso distrae sul piano estetico sottraendo forza ai contenuti.

Uomini (a pescare) e donne (a sfilettare), capaci di condividere la gioia associata alla fatica fruttuosa. Un mondo antico rimpolpato da presenze giovanili, perché non si rompa il filo rosso che lega le generazioni. Facce sorridenti o anche serie, mai accigliate.

Pierre, inesausto viaggiatore solitario, ci convince che la seduzione del viaggio non è necessariamente legata alla distanza. A dimostrazione del fatto che conta più il percorso che il traguardo.

“Animum debes mutare, non caelum”. Perché il viaggio può anche cambiare noi stessi quando nella luce “riflessa” dalla superficie del Lago di Perugia troviamo spunti per “riflettere” sulla nostra condizione esistenziale.

In questo libro c’è tutto Pierre Cippiciani, uomo di legge prestato alla fotografia e all’antropologia. Persona di rara modestia che propone una “tabula gratulatoria” in cui sembra che il progetto sia tutto merito d’altri.

PS: Mi fa tenerezza vedere uomo fatto questo ex alunno che ho lattato all’amore per la cultura dai banchi di scuola. Mi fa soprattutto tenerezza leggere l’esergo che recita: “A mio Padre, uomo giusto e libero, per avermi insegnato le ragioni più profonde del vivere e forgiato la parte migliore di me”.

Ho notato che la parola “Padre” è scritta con la maiuscola. Rimpianto per una figura troppo presto perduta. Caro Paolo, se puoi sentirmi, ti dico che tu e tua moglie avete fatto uno splendido lavoro. Se tuo figlio Pierre sente l’esigenza di appellarti con la P maiuscola. Anche da uomo.

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