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Cultura

La canzone perugina, storia e storie della città a settant'anni dal primo Festival

L'evento si è svolto alla sala dei Notari. Presentato anche il libro dedicato alla musica cittadina

Con un pubblico delle grandi occasioni in apertura dell’evento canoro, Renzo Zuccherini ha presentato il libro “La canzone perugina” (Futuralibri ed.) che descrive la storia, personaggi e autori della musica locale ed è stata una singolare occasione per ritrovarsi ad ascoltare noti cantanti e gruppi che alla loro città hanno dedicato musiche e canzoni.

Del libro hanno parlato Stefano Ragni, noto musicologo, autore della prefazione, e Mirco Bonucci, chitarrista e cantante molto apprezzato che ha collaborato alla ricerca e ha dato origine al libro; entrambi hanno messo in evidenza soprattutto la novità dell’impostazione, che fa venire a galla una realtà musicale considerata minore e marginale, quella della canzone perugina, di cui finora si ignorava persino l’esistenza.  Invece esiste una bella e ricca tradizione, che nasce proprio allorché i perugini, dopo secoli di torpore sotto il dominio pontificio, il 4 febbraio 1798 si risvegliano e innalzano l’albero della libertà. 

Canzone perugina, evento alla sala dei Notari

In tale occasione il cittadino Agretti scrisse l’Inno per l’innalzamento dell’albero della libertà a Perugia, che è l’inizio del nostro canto civile popolare e della stessa canzone perugina.  È stato ricordato come Perugia abbia avuto i suoi Festival della canzone perugina, di cui l’ultimo si è avuto nel 1952,  esattamente settanta anni fa. Attualmente è in corso una vera e propria esplosione di canzoni perugine, in tutti i generi musicali attuali, dalla musica melodica al rock al jazz al rap e oltre i generi. Propio in occasione della serata di domenica se ne è avuta una bella rassegna, che ha visto avvicendarsi sulla pedana della sala dei Notari numerosi artisti di notevole qualità. Presentatore e mattatore della serata è stato Fabrizio Croce che ha saputo inquadrare e valorizzare ogni artista e la sua storia musicale.  E così il pubblico ha potuto applaudire con entusiasmo, battendo spesso il ritmo con le mani, l’ironia dei Paltò, la poesia di Nello Cicuti cantata da Fausto Pelliccia, il pathos delle vicende del XX Giugno cantate da Mirco Bonucci, la scanzonata allegria popolare della Nuova Brigata Pretolana, la peruginità della Orchestrina Tirabusson di Riccardo Schippa, la nostalgia della città cantata da Walter Toppetti, il dramma civile della fucilazione del partigiano Primo Ciabatti narrato da Cristina Carnevali, la festosità dell’improvvisazione degli stornelli cantati da Daniele Presciutti del gruppo di Colombella, il vagabondare della memoria nelle note di Loredana Torresi, l’amore civico di Stefano Visconti, per concludere con il ritmo scanzonato e trascinante di Giovanni Toccaceli detto Roco.  Molti video, insieme alle immagini d’epoca preparate da Riccardo Corradini, hanno arricchito la rassegna.  Unanime, nel lasciare la sala dei Notari, è stato l’auspicio che una iniziativa del genere possa ripetersi. 

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