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L'Umbria sbarca al Salone del libro di Torino: poesa e Sandro Penna in primo piano

Già nel 2002 la Regione Umbria, nell'ambito di Umbrialibri, ha prodotto un documentario sul poeta girato da Paolo Liberati che, nel 2004, ha vinto il primo premio ex aequo della sedicesima edizione di "Videoland"

“La Regione Umbria non ha dimenticato Sandro Penna e la sua figura sarà ricordata all’interno dello stand regionale presente al XXIX Salone internazionale del libro di Torino in programma al Lingotto Fiere dal 12 al 16 maggio”: lo ha detto l’assessore regionale alla cultura, Fernanda Cecchini, annunciando che per questa edizione del Salone il tema scelto è quello della poesia. “Al centro dell’esposizione – ha aggiunto l’assessore - ci sarà una bacheca dedicata al poeta perugino e un convegno inserito nel programma generale del Salone. Già nel 2002 – ha ricordato Cecchini - la Regione Umbria, nell’ambito di Umbrialibri, ha prodotto un documentario sul poeta girato da Paolo Liberati che, nel 2004, ha vinto il primo premio ex aequo della sedicesima edizione di “Videoland” , il concorso nazionale per video prodotti da enti locali e istituzioni pubbliche promosso dal Comune di Cesena".

Nell’ambito della medesima edizione di Umbrialibri si è inoltre tenuta una conferenza di Cesare Garboli su Sandro Penna, che poi è stata pubblicata in un libretto edito da Volumnia. Nel 2011, nell’ambito del Salone del libro di Torino, è stato organizzato un incontro con Alfonso Berardinelli e Giuseppe Leonelli dedicato a Sandro Penna, che ha avuto echi anche nella stampa nazionale con uno scambio di lettere tra Alfonso Berardinelli e Ernesto Ferrero, direttore del Salone, sul Corriere della Sera, proprio sul tema della valorizzazione del grande poeta perugino. "Sandro Penna – ha concluso l’assessore - è da molti considerato tra i più grandi poeti del Novecento e se ci sono state omissioni e carenza di iniziative sulla sua opera e sul suo rilievo culturale, come effettivamente ci sono state, se non si riesce a dare alla luce una edizione critica delle sue opere, le responsabilità di questa damnatio memoriae vanno ben oltre i confini della nostra regione e resta una domanda che pesa nella cultura italiana”.

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