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Martedì, 23 Aprile 2024
Cultura

Intervista al Maestro Uto Ughi: “L'Umbria è una terra che emana una profonda spiritualità”

In occasione del concerto del Maestro Uto Ughi, organizzato dal Festival dei Due Mondi di Spoleto, PerugiaToday ha parlato con il celebre violinista: le sue origini, il suo impegno sociale ed uno speciale rapporto con l'Umbria…

Impossibile non restare incantati davanti al suono, la personalità e l’interpretazione di uno dei più grandi maestri del 900; il celebre violinista italiano Uto Ughi, idolatrato dalla critica internazionale fin dall’età di 12 anni, “l’ enfant prodige” che ha apportato alla scuola violinistica italiana il lustro della sua antica tradizione, ha aperto ieri, con una straordinaria esibizione, i concerti del Festival dei Due Mondi a Spoleto.

Uto Ughi, il cui spessore musicale non è da tracciare solo nella sua splendida ed unica musicalità, è ad oggi impegnato nella valorizzazione del patrimonio culturale del Paese, tanto da ricevere, da parte del Presidente della Repubblica, l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i suoi meriti artistici.

Ideatore, tra gli altri,  del Festival “Omaggio a Venezia”, finalizzato al restauro dei monumenti della città, “Omaggio a Roma”, mirato alla diffusione del grande patrimonio musicale internazionale, si è prodigato, in un impegno sociale senza sosta, all’amore artistico per l’Italia, Terra che, nonostante le sue tournèe in tutto il mondo, non hai mai lasciato.

Un amore per la musica che inizia da lontano, nei salotti di una Milano colta e raffinata, dalle arie del Bellini che sua madre cantava, dai concerti di formazione cameristica che si svolgevano per diletto a casa del padre; una vocazione che lo porterà, a sette anni, ad eseguire la Ciaccona di Bach ed i Capricci di Paganini.

Ha avuto il merito di studiare sotto la guida di George Enescu,  già maestro di Yehudi Menuhin, tra i più importanti musicisti di sempre, ed ha suonato in tutto il mondo con le più rinomate orchestre sinfoniche tra cui quella del Concertgebouw di Amsterdam, la Boston Symphony Orchestra, la Philadelphia Orchestra, la New York Philharmonic, la Washington Symphony Orchestra.

Maestro, vorrei partire dagli anni della sua formazione sotto la guida del celebre violinista Eugene Enesco, che tipo di rapporto artistico ed umano l’ha legato a questo grande musicista?

“Ero un bambino di 10 anni quando ebbi il privilegio di studiare a Parigi con uno dei giganti del nostro secolo, venerazione, rispetto e amore sono stati i sentimenti che mi ha trasmesso e conseguentemente legato a questo straordinario Maestro”.

Lei ha avuto il merito, date le sue acclarate doti musicali, di venire a contatto, in giovane età,  con i grandi violinisti del 900, tra cui David Ojstrach e il celeberrimo Yehudi Menuhin. Quanto e come hanno influito  sulla Sua “formazione” e crescita artistica?

“Tutti i grandi interpreti contribuiscono alla formazione artistica, emanano un' energia, una formazione, e attraverso i loro dischi possiamo raccogliere la testimonianza della loro visione musicale. Non mi stanco mai di ascoltare i dischi dei grandi interpreti; ogni volta si scopre qualcosa di nuovo. Gustav Mahler diceva che la tradizione non è culto delle ceneri la custodia del fuoco”.

Maestro, Lei si è esibito in tutto il mondo, nelle più suggestive sale e teatri; c’è un luogo a cui si sente maggiormente legato?

“Le reazioni del pubblico dipendono da quello che l'interprete riesce a comunicare.  Naturalmente esistono luoghi dove la musica può avere un ruolo principale nella vita sociale del paese: vedi Vienna, Berlino, Mosca”.

Il suo impegno sociale è anche rivolto alla valorizzazione dei giovani talenti che escono dai Conservatori italiani ( penso al festival "Uto Ughi per Roma") ma anche alla diffusione della musica classica presso un pubblico giovane. Che importanza assume oggi, in Italia, l’educazione musicale? Può tornare ad essere un valore competitivo per poter creare nuovi posti di lavoro per i giovani?

“Naturalmente i giovani in Italia vengono fortemente penalizzati per la mancanza di iniziative  in loro favore: i giovani sono i musicisti e il pubblico di domani e senza di loro la musica e la cultura crollerebbero”.

Il 6 Aprile è tornato in Umbria per il concerto di Pasqua presentato dal Festival dei due Mondi di Spoleto. Nella nostra Regione ha tenuto concerti per l’Omaggio all’Umbria, ad Assisi, a Norcia, a Foligno, ad Amelia. Che tipo di legame ha con questa terra?

“L'Umbria è una terra che emana una profonda  spiritualità; la sua gente ha un calore umano e una gentilezza non formale ma profondamente sentita ed è una cosa rara in un mondo che sta diventando sempre più indifferente e cinico”.

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