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Cultura

Esistono affinità tra i problemi delle opere d'arte e l’essere umano: lo afferma un illustre docente

A presentazione del "Bacchino malato" e dello stendardo di Raffaello di Città di Castello dà forza alle argomentazioni di Mannarino. Ecco di cosa si tratta

La presidente Giovanna Giubbini introduce un incontro di significativa valenza culturale: “Diagnostica clinica e delle opere d'arte: metodologie a confronto". Questo il titolo della conversazione tenuta – presso la Fondazione Marini-Clarelli-Santi in Palazzo Degli Oddi –  dal professor Elmo Mannarino, illustre clinico e docente dello Studium perusinum.

Nel corso della brillante esposizione, il presidente della neonata Associazione culturale “Amici della Galleria Nazionale” dimostra come esistano sostanziali affinità tra i problemi delle opere d‘arte e l’essere umano, le sue patologie, le terapie ai vari acciacchi nei quali si può incappare nel corso della vita.

La conversazione era stata peraltro tenuta, con innegabile successo, al Salone del restauro di Ferrara. Con l’occasione il relatore, confortato da un maggiore del Nucleo Carabinieri recupero opere d’Arte, ricorda che sono ben 5 mila le opere d’arte, interessate dagli eventi sismici, ricoverate nell’“ospedale del restauro” di San Chiodo. In attesa di essere studiate, valorizzate, restituite alla fruizione del pubblico.

La presentazione del “Bacchino malato” e dello stendardo di Raffaello di Città di Castello dà forza alle argomentazioni di Mannarino. Il quale rileva le analogie tra le metodiche di indagine, sottolineando l’utilità delle innovazioni tecnologiche e strumentali, sia per quanto riguarda la diagnosi umana che quella delle opere d’arte.

Quale l’anamnesi e il corretto modo di procedere da parte dello specialista per entrambe?  Raccolta di dati come le generalità, l’età, la storia clinica, il luogo di nascita, la residenza, i traumi pregressi, le patologie passate e presenti, i segni, le ispezioni, le analisi fisiche, chimiche, biologiche. Insomma: tutto l’armamentario diagnostico che vale per entrambe.

Poi l’emanazione di linee guida per la terapia, così come per il restauro, non senza aver applicato l’endoscopia, i raggi X, le biopsie, la chirurgia, la plastica e il ritocchino… Tutto coincide in misura impressionante. Poi il principio, che vale per entrambi i soggetti dell’intervento: primum non nocere.

Sulla falsariga della colta e divertente conversazione, interventi di Vittoria Garibaldi e Marco Pierini, ex e attuale direttore della Galleria, della professoressa Laura Teza, del magistrato Alfredo Arioti, del restauratore e conservatore dei beni Aba, Giovanni Manuali, di quanti hanno a cuore la salute e la tutela del nostro patrimonio artistico e culturale. 

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