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Cultura

Un viaggio nella storia di Perugia tra quiete eterna ed epitaffi d'amore

Il cimitero monumentale della città lascia senza fiato chiunque ci metta piede. Ecco perchè

Una donna poggia dei fiori sopra una lapide. Prende un panno e ne lustra la foto, mentre un gruppo di ragazzi in gita le passa accanto sorridente. Commentano stupiti la magnificenza della cripta Vitalucci, opera dello scultore Romano Mignini. Percorrono anche loro le tre vie che si riuniscono in un solo piazzale. Lo stesso che spacca precisamente a metà il cimitero monumentale. 

Una storia, quella di Perugia, che viene raccontata tramite i nomi che hanno fatto grande questa città. Sono incisi sulle lapidi a lettere cubitali, accompagnati da lunghe lettere d’amore scritte da chi è rimasto sulla terra, sperando un giorno di raggiungere nuovamente il marito o la moglie tanto amata.

Enormi statue bianche si sposano perfettamente con i grandi alberi che si muovano al suono del vento. Gli angeli scolpiti nella pietra si mostrano tristi e con il volto chino. Palme e cipressi coabitano in un solo luogo, accompagnando chi viene in visita ai propri cari, oppure chi vuole semplicemente ammirare le opere architettoniche di questo cimitero celebre nel mondo. 

Cimitero monumentale Perugia

Da un lato, l’uno accanto all’altro, sono sepolti avvocati, notai e medici. È il lato sinistro. Mentre dall’altra parte del cimitero, dentro cripte dai disegni a volte etnici, altre volte barocchi, riposano nella pace eterna gli appartenenti alle famiglie gentilizie più importanti del posto.

Il cimitero monumentale di Perugia nasce nel 1849, grazie a un progetto ideato da Francesco Bandoni e Alessandro Arienti. La sua edificazione fu eseguita a seguito delle disposizioni imposte dal governo napoleonico, che vietava la sepoltura nelle chiese cittadine, abitudine che gli abitanti di Perugia continuavano ad avere. 

Di maggiore interesse architettonico sono la Cappella della Misericordia progettata da Nazareno e Francesco Biscarini, e Raffaele Angeletti, e il Monumento ai caduti di Ettore Salvatori. Nel 1895 è stato eretto il tempio crematorio, nel quale è contenuta l’urna cineraria di Ariodante Fabretti. Un luogo che vale la pena visitare per assaporare non solo la quiete che regna sovrana, ma anche la storia di una città raccontata tramite epitaffi che elogiano le gesta dei protagonisti della nostra Perugia.

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