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Corciano Festival numero 58. L’ensemble corcianese e Aloisa Aisemberg stupiscono l’uditorio. Sotto la guida autorevole di Alessandro Celardi

Corciano Festival numero 58. L’ensemble corcianese e il mezzo soprano pesarese Aloisa Aisemberg stupiscono l’uditorio. Sotto la guida autorevole di Alessandro Celardi che torna ancora nella patria di Coragino. È ormai civis corcianensis ad honorem, il giovane direttore Alessandro Celardi, diplomato in pianoforte, composizione, strumentazione per Banda, direzione e strumentazione d’orchestra. Suo braccio destro la moglie, splendida oboista, Ambra Guccione.

Aloisa Aisemberg, figlia d’arte, è talento violinistico precoce, avendo anche collaborato con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, diretta dal M° Riccardo Muti. Poi gli studi di canto lirico e l’affermazione in veste di cantante.

A Corciano si è tenuto un concerto che rivela come lo studio e l’applicazione di un manipolo di giovani possa rivelarsi foriero di esiti artistici di rango. In programma Carmina Burana, Greek Folk Dances di Franco Cesarini, la Sinfonia donizettiana. Ma anche Mattinata, Vaga Luna, Ideale, Chanson de l’adieu e A vucchella (proposta anche in bis) di Francesco Paolo Tosti.

La sezione flauti include Marta Andreoli e Giovanni Petrini; gli oboe di Ambra Guccione e Marco Rocchini; i clarinetti di Gabriele e Giacomo Margaritelli; i fagotti di Leonardo Percival Paoli e Filippo Tomasi; i corni di Alberto Occhialini e Filippo Zambelli.

Il sindaco Betti dona alla cantante il librone edito per i 50 anni del Festival e una moneta speciale: il ‘grosso’, creato dall’insigne medaglista e scultore Artemio Giovagnoni sul cui nome ruota il Festival di quest’anno nel centenario dalla nascita. Non solo la mostra di scultura, a cura di Massimo Duranti e Alessandra Migliorati, ma anche la serata sulla poesia [La poesia di Artemio Giovagnoni brilla nella notte a Corciano: grande successo per il ricordo dell'Accademia del Donca (perugiatoday.it)] e le due (stasera e domani, ore 21:00, piazza Coragino) col ‘Ciofetta’ dell’Accademia del Dónca e del Gruppo teatrale Città di Perugia.

Un dono, questo del grosso, di cui Betti e i corcianesi vanno particolarmente fieri. E lo dicono apertis verbis, portando al petto come una medaglia il nome e la memoria di Giovagnoni.

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