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Concerto di accoglienza al Carnevale alla Galleria Artemisia di Giuseppe Fioroni

Galleria d’Arte Artemisia in via Alessi. Non solo mostre e pezzi da collezione. Ma pure un concerto speciale, fra musica popolare e antropologia: uno spaccato della tradizione, sempre più appannata dall’omologazione imperante. Quando capita, ormai, di poter ascoltare canti e musiche che appartengono al mondo rurale, scomparso dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento?

Il miracolo accade quando Giuseppe Fioroni imbraccia l’organetto, Norberto Paolucci impugna la chitarra e Marcello Ramadori si mette a picchiare ritmicamente su tamburi e tamburelli. Il concerto, affollato ed applaudito, si dipana in tre segmenti.

Il primo propone Pasquelle (o “pasquarelle”) d’accatto (cioè quelle destinate alla questua di alimenti): una di Norcia, una del terremoto e una eugubina. Segue l’omaggio a S. Antonio (quello del porcellino, non quello da Padova!), con “Le tentazioni del santo” e “Sant’Antonin de legno”. Col 17, Festa di Antonio abate, si apre il carnevale che, quest’anno, dura fino al 28 febbraio.

“Carnevale” – affabula Ramadori – da “carnem levare”, ossia celebrare la quaresima con l’astinenza dalle carni grasse. Ma c’è chi dice venga da “carmen levare” (alzare un canto) oppure da “carne, vale!” (“ciccia, ti saluto!”). Come sia, da Fioroni si pasteggia a dolci. Come al solito “a gràtise”. A chiudere, il saluto all’ingresso del carnevale, con quadriglie, trescone, Sor Cesare, saltarello, ballo in 12 e tanto altro.

Infine, un momento augurale con strufoli e vin santo, frappe e prosecco. Una festa che unisce arte e musica, amicizia e convivialità, sparse a piene mani nella più bella Galleria d’Arte del Centro.

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