Alla Sala dei Notari, la corale magionese ha fatto 13, devolvendo l’incasso a favore dell’Unicef
Il gruppo vocale-strumentale festeggia il ventesimo anno di vita e si esibisce, per la tredicesima volta, a favore dell’infanzia bisognosa
Alla Sala dei Notari, la corale magionese ha fatto 13, devolvendo l’incasso a favore dell’Unicef. Il gruppo vocale-strumentale festeggia il ventesimo anno di vita e si esibisce, per la tredicesima volta, a favore dell’infanzia bisognosa. Si rifanno, nel nome, a quel fra’ Giovanni che, da Pian di Carpine (antico toponimo di Magione) si avventurò fra i Mongoli, per seguir “virtute e canoscenza” raccontando lo starordinario viaggio nella sua “Historia Mongalorum”.
Loro, i magionesi di oggi, si cimentano in brani di assoluta modernità, da Gershwin ai Queen, celebrando le feste con impegno e professionalità.
Front man Francesco Ferroni che dialoga col pubblico e narra una storia lunga due decenni e passata per tre illustri direttori: Simone Sorbaioli, fattosi poi prete, Alessandro Brustenghi, oggi fra’ Alessandro, la Voce di Assisi. E, per terzo, Sergio Briziarelli che non ha, almeno per ora, intenzioni religiose vocazionali. Ma è autorevole nella direzione e cordiale coi suoi 27 vocalist e coi sei qualificati orchestrali (violino 1 Luca Maiolo; violino 2 Giulia Gizzi; viola Livia De Paolis; violoncello Andrea Rellini; pianoforte Giuseppe D’Angelo; percussioni Mattia Mattoni).
Fra i soprano (ben otto), tutte bravissime, spiccano le voci soliste di Laura Sodano e Roberta Panicale. Ma svolgono egregiamente la propria parte anche i sei contralti, gli altrettanti tenori e i sette bassi.
Un pomeriggio animato dalla decisa volontà di proporre uno spettacolo musicale di spessore, impegnandosi per un’organizzazione meritoria. Cosa chiedere di più, specie in clima natalizio?