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La tromba di Bosso pronta a incantare i perugini, appuntamento al Brufani

Questa sera appuntamento al Hotel Brufani con la Fabrizio Bosso "New Quartet". L'imperdibile concerto inizierà alle 21.30 e sarà preceduto da un buffet offerto da Gaggi – AlimentarSi di qualità – CONAD

Chi lo ha sentito suonare ne è rimasto folgorato. Ma Fabrizio Bosso non è più quello di un tempo è maturo, musicalmente cresciuto. La prova potrà darla questa sera, mercoledì 7 maggio, alle ore 21,30, per un concerto straordinario che chiuderà la stagione del Jazz Club Perugia.

Il “palco” sarà quello della Sala Raffaello del Brufani Palace Hotel di Perugia. Come di consueto, alle 20,15 un appuntamento enogastronomico a buffet offerto da Gaggi – AlimentarSi di qualità – CONAD in cui si potranno degustare i vini della Cantina Morami. Il trombettista torinese, a Perugia, arriverà con:  Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Luca Alemanno al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria. Con il suo nuovo quartetto Bosso porta a sintesi compiuta le tante esperienze compiute sino ad oggi: l’amore per il Bop è sempre presente, ma filtrato da un sensibilità e da un gusto personali.

Inutile sottolineare la bravura degli altri componenti come Julian Oliver Mazzariello, uno dei migliori pianisti italiani delle ultime generazioni con il quale Fabrizio condivide anche un incantevole duo dall’indicativo titolo “Shuffle”.

Il repertorio è composto quasi per intero da brani originali di Fabrizio Bosso, con qualche “incursione” negli standard, jazz e non jazz, a seconda dell’ispirazione del momento. I suoi “attacchi” sono micidiali, il suo senso dello swing proverbiale, il suo eloquio torrenziale. Ma Fabrizio Bosso dispone anche di altre frecce e lo sta dimostrando negli ultimi anni, dopo i folgoranti esordi: la voglia di sbalordire ha infatti lasciato il posto a un equilibrato mix di virtuosismo e poesia. Il trombettista torinese è quindi oggi un artista maturo, capace di agire in più direzioni, di partecipare a omaggi a illustri colleghi come Miles Davis e Don Cherry, di confrontarsi con la musica di Nino Rota, di dialogare con musicisti dal background diverso dal suo come Antonello Salis e Luciano Biondini.

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