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Giovedì, 25 Aprile 2024
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 Braccio 3.0, presentata a Perugia la seconda parte della docufiction, ed è subito successo

La presidente di Perugia 1416, Teresa Severini: “Il video è un’occasione di promozione anche per la nostra regione e il rilancio degli antichi mestieri”. Tanti i rionali coinvolti nelle riprese. Per il 2022 si punta a completare la trilogia

E' stata presentata alla Sala dei Notaria seconda parte della docufiction Braccio 3.0, un prequel che mette in risalto e approfondisce la storia e le cause che hanno portato alla battaglia di Sant’Egidio, mettendo in luce l’arco di tempo dal 1393 al 1416. Da Perugia ad Assisi, fino a Spoleto, per raccontare le vicende al tempo di Braccio Fortebracci, quindi il territorio umbro e gli antichi mestieri. Tutto incentrato su un attento lavoro di ricerca, portato avanti in maniera corale da professionisti del settore e appassionati delle rievocazioni. Sullo sfondo, tanti i luoghi immortalati dalle telecamere: dalla Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, al Nobile Collegio della Mercanzia, alla Rocca Paolina, al Museo-laboratorio di tessitura a mano Giuditta Brozzetti, alle terre lungo il fiume del castello dell’Oscano, al bosco di San Francesco, ad Assisi, e nello stesso territorio, il Castello di San Gregorio, fin dentro il Museo della Rocca Albornoz di Spoleto.

Tantissimi i rionali coinvolti: almeno un migliaio quelli che hanno dato vita all’edizione 2021 di Perugia 1416, denominata anche quest’anno MedievalWeb; quasi un centinaio, invece, quelli che hanno preso parte alla docufiction, tra “attori” e staff tecnico, riprese, etc. Un “esercito” di volontari che hanno voluto sostenere il progetto portando in scena i contenuti dei documenti d’archivio (trama e ricerca di Alexio Bachiorri e Giovanni Pedercini), con la scenografia e la ricostruzione storica a cura della Compagnia del Grifoncello.

Una produzione video realizzata dall’APS Perugia 1416 che, nonostante le difficoltà legate al Covid-19, ha volutamente scelto di girare le scene nel periodo estivo e in alcuni luoghi particolari, al di fuori dei confini di Perugia. La docufiction va così a concludere, insieme alla prossima inaugurazione della nuova sede della Associazione, e alla chiusura della mostra di costumi storici contestuale ad “Altera Effigies III” e all’asta di beneficenza dalle fotografie esposte, la sesta edizione di Perugia1416, iniziata a giugno.

La presentazione si è tenuta in realtà con un doppio appuntamento: la mattina per la stampa, la sera per il pubblico. Presenti la presidente dell’associazione APS Perugia 1416, Teresa Severini, l’assessore alla Cultura del Comune di Perugia, Leonardo Varasano, il direttore artistico, Stefano Venarucci, il prof. Franco Ivan Nucciarelli (che ne ha curato la narrazione artistica), i rappresentanti dei Rioni e dell’amministrazione comunale, mentre in diretta streaming ha partecipato il prof. Tommaso di Carpegna Falconieri, che ne ha curato la narrazione storica. Tanti i rionali che non si sono voluti perdere la preview serale, anche per rivedersi in anteprima sul maxi schermo della Notari.

Promotori, sostenitori e protagonisti: l’obiettivo è completare la trilogia

“Andare a girare in scenari fuori della città di Perugia significa far conoscere sia la rievocazione, sia il territorio umbro, anche nell’ottica di valorizzarlo”, ha sottolineato l’assessore Varasano, che ha auspicato per Perugia 1416 si possano portare avanti, anche in futuro, sempre due modalità: in presenza e online.

“Sempre mossi dall'idea dell'autore Marco Rufini, il quale ci sollecitava alla continua ricerca in merito a questo particolarissimo periodo storico – ha spiegato nel dettaglio Teresa Severini -, abbiamo realizzato una seconda docufiction, incentrata questa volta sulla fine del XIV secolo. Non è un caso che l’Associazione abbia simbolicamente come nome Perugia1416, passaggio fra Medioevo e Rinascimento trattando una fase storica complessa, in cui ogni branca dello scibile umano muta rapidamente, grazie ad influenze interne ed esterne. Come è facile immaginare – ha sottolineato la presidente - non è semplice realizzare un documentario ricostruttivo, specie in questi difficili tempi in cui le misure di sicurezza consentono spostamenti limitati e oculati, ma grazie a quello straordinario scrigno che è Perugia e grazie ad alcuni suggestivi scorci del nostro bellissimo territorio, siamo riusciti a ricreare quell'atmosfera che spesso incontriamo nelle opere dei nostri artisti locali. Il pregio dei palazzi perugini, la splendida Sala Pinta della Rocca Albornoziana a Spoleto, la natura incontaminata del Bosco di San Francesco e i vicoli di alcuni castelli del contado perugino e assisano, danno mostra di quanta ricchezza il nostro territorio abbia da offrire. Ed è, quindi, anche un’ottima occasione di promozione di Perugia e della nostra regione. Grazie alla logistica messa in campo da Perugia 1416, dai rionali e dalla Compagnia del Grifoncello, assisteremo ad un'opera visiva di alto livello: un team variegato, proveniente da ogni angolo del territorio perugino, fatto di persone, attori non professionisti ma animati da una forte passione e attaccamento alla loro città. La regia di Stefano Venarucci e del suo team di riprese, forte delle esperienze passate, ha saputo cogliere attimi rievocativi e al contempo naturali, calando i figuranti in questo magico contesto che è il medioevo umbro. Lo storico Medievista Tommaso di Carpegna Falconieri, già anfitrione nella scorsa Braccio 3.0, ha nuovamente preso le redini della narrazione storica, aiutandoci ad immaginare un passato autentico e vivo, facendoci viaggiare attraverso un'Italia complicata e affascinante, dove re, papi, condottieri e ordini religiosi costituiscono una cornice a tratti realistica, a tratti leggendaria, catapultandoci in un mondo così complesso da lasciarci stupefatti; grazie al prof. Franco Ivan Nucciarelli potremo apprezzare anche questa volta opere d’arte di cui la nostra regione è fiera”.

“Il video – ha poi evidenziato il prof. Carpegna - rappresenta un discorso profondo di condivisione, di approfondimento, che crea il senso di comunità. Portiamo nel presente il passato di questa città, anche divertendoci. Durante le riprese, ma anche nel momento della lavorazione, abbiamo vissuto momenti belli, di condivisione. Nella prima docufiction si è parlato del fatto, in questa seconda di quello che è accaduto prima del 1416, nella terza che si andrà a girare si racconterà il dopo Braccio”.

È poi intervenuto il prof. Nucciarelli, che si è soffermato sugli aspetti artistici, sottolineando quante informazioni possono scaturire dalle opere d’arte, possibilmente quelle non conosciutissime, che andrebbero portate a contatto e all’attenzione del maggior numero di persone. “La Cultura, se funziona, deve scendere e portarsi più in basso, rivolgersi non solo alle élite”.

Venarucci, dal canto suo, oltre che ringraziare i rionali e l’associazione, ha sottolineato il valore della partecipazione come attori protagonisti, a livello amatoriale, dei rionali: “Quasi giocando, si potrebbe dire, per il piacevole coinvolgimento nelle varie fasi di ognuno dei cittadini coinvolti, spesso con attaccamento e positivo fervore”.

Dove vedere Braccio 3.0.

Visto il successo, per il prossimo anno è già in programma una terza puntata che andrà a completare la trilogia che affronterà, in toto, il prima, durante e dopo l’avvento di Braccio Fortebracci.

Poiché le restrizioni agli assembramenti, contro il Covid-19, obbligano gli eventi ad un’organizzazione con ingresso contingentato, la docufiction verrà trasmessa su piccolo schermo di UmbriaTV, giovedì 23 settembre alle ore 21.30; per l’occasione, saranno ospiti in studio la presidente Teresa Severini ed alcuni interpreti della fiction, con la partecipazione da remoto del prof. Tommaso di Carpegna Falconieri. Sarà poi visibile online nei canali social Ytube, Facebook, Instagram e nel sito con rimando al canale YouTube Perugia1416.

La trama

Se volessimo riassumere con una parola il periodo storico trattato in questa nuova docufiction, si potrebbe usare il termine "caos". Due papi, molti re, casati storici ed assassinii, arti e mestieri, un numero esagerato di condottieri e capitani di ventura, la fine dell'epoca comunale... L'Italia medievale sta cambiando sotto i colpi delle riforme e degli avventurieri. Al termine del secolo XIV, Perugia sta attraversando la sua più grande crisi sociale ed economica: i debiti provocati dal Decemvirato sono altissimi e le lotte fra Raspanti e Becherini imperversano per le strade dell'urbe. I primi signori, dei prototipi di quelli che saranno i magnati del Rinascimento, tentano di pacificare la città di origine etrusca, senza successo. Nel frattempo, lo scisma d'Occidente lascia la strada libera ad un giovane e audace Re partenopeo, Ladislao d’Angiò Durazzo, Re di Napoli, assetato di conquista e animato dal motto "O Cesare, o niente!". Braccio da Montone, determinato a riconquistare Perugia, sarà costretto a fronteggiarlo in una sofisticata rete di intrighi e accordi, deciso a porre le basi per quella battaglia che oggi migliaia di perugini ricordano nella annuale manifestazione. Le cause che hanno portato a quel leggendario giorno, il 12 luglio 1416, affondano le loro radici in una storia ben più antica e articolata.

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