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Auguri… archeologici all’Associazione Porta Santa Susanna

Luana Cenciaioli parla delle collezioni storiche del Manu

Auguri… archeologici all’Associazione Porta Santa Susanna. Luana Cenciaioli parla delle collezioni storiche del Manu. Non senza riferimenti puntuali alle personalità che hanno creato e consolidato il Museo Nazionale archeologico dell’Umbria di cui Luana è attualmente direttrice.

Racconta che le raccolte sono costituite prevalentemente  da fondi e collezioni, spesso acquisite da privati da parte di Ministero, Comune e Provincia di Perugia. Aggiungendo, successivamente, materiali rinvenuti sul territorio, ieri come oggi, in un processo costante e ininterrotto.

Il primo nucleo risale al 1790, con la donazione del patrizio perugino Francesco Filippo Friggeri, ma fu grazie all'archeologo Giovan Battista Vermiglioli che le collezioni vennero ulteriormente incrementate e quindi da  Ariodante Fabretti, Giancarlo Conestabile, Giovan Battista Rossi Scotti, Luigi Carattoli.

Numerose anche le sedi nelle quali alcune sezioni (come la Preistoria e altre) furono ospitate. Basti ricordare Palazzo dei Priori, Palazzo Gallenga-Stuart, Palazzo Donini, Palazzo Murena e infine San Domenico, condiviso con l’Archivio di Stato.

Merito di Mariano Guardabassi (1823-1880) aver messo a disposizione una cospicua raccolta di reperti etruschi e romani, lasciata al Museo per disposizione testamentaria. Anche  Giuseppe Bellucci, lasciò la ricchissima collezione privata, comprendente soprattutto materiale preistorico proveniente da varie località dell’Italia centrale. Per non parlare della rarissima e interessante collezione di amuleti, studiati dall’allora Istituto di Etnologia dello Studium perusinum, prima dall’antropologo Tullio Seppilli e poi dal suo allievo Giancarlo Baronti.

Ampliamento e consolidamento organico del Manu ad opera di Umberto Calzoni, che ne fu direttore dal 1925 al 1958. Attraverso gli scavi condotti sulla montagna di Cetona, Calzoni arricchì il museo di importanti reperti, rivelando straordinarie testimonianze dell’età del Bronzo, fino allora ignote nell’Italia centrale. Famose le spade che attirano la curiosità dei visitatori. Quest’anno un convegno nazionale è stato dedicato alla sua nobile figura di uomo e di studioso.

Fu Calzoni (peraltro, anche apprezzato poeta in dialetto perugino, suo il volume “Le trapple del monno”) a stilare un inventario completo, insieme al fido Walter Briziarelli che ne assecondò convintamente le iniziative, redigendo un catalogo (impreziosito da disegni) che costituisce un raro esempio di rigore, non privo perfino di valore artistico.

Luana Cenciaioli ha poi passato in rassegna i direttori, da Ciotti a Feruglio, da Manconi a Scarpignato, fino all’assunzione di personali responsabilità. L’impegno di Luana ha prodotto esiti di sicuro interesse culturale: convegni, iniziative a fitta scansione, nuove installazioni, restauri (recente quello del lapidario, a cura di Adamo Scaleggi), acquisizione di reperti recenti provenienti da tombe eccezionali, come quelle dei Cacni.

Un’opera, quella di Luana, destinata a restare e dare frutti ben oltre la scadenza del suo prossimo pensionamento che priva la città di una risorsa assolutamente pregevole, anche in ragione della qualità intellettuale e dell’impegno dazionale con cui si è spesa. L’Inviato Cittadino – che si onora di esserle amico – si augura che Luana Cenciaioli prosegua, anche dopo le dimissioni dalla carica, il suo lavoro di attiva operatrice del mondo della cultura archeologica e non solo. Per Perugia, per tutti noi.

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