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Progetto Donna festeggia due anni: un pool di professionisti in difesa dei diritti e contro la violenza

Tante donne hanno chiesto ed ottenuto il sostegno per i propri diritti: l'Associazione ha mobilitato le proprie energie organizzative e con la rete di operatori dalle molteplici competenze ( avvocati, sociologi, psicologi, insegnanti e formatori ) è andata incontro alle esigenze di chi, donne, ragazzi, reclamava , spesso con dolore, una condizione di dignità

Due anni sono trascorsi dalla nascita, a Perugia, dell'Associazione Progetto donna. Tiziana Casale, imprenditrice attiva nell'organizzazione  di eventi teatrali, nella sensibilizzazione al consumo equo e solidale, matura sempre più, negli anni, una forte attenzione  e capacità organizzativa nel settore destinato alla parità e ai diritti delle donne, dei giovani, di tutti coloro che sono esposti alle violenze e ai disagi.

Nel novembre del 2015, Progetto donna viene presentato pubblicamente al pubblico e alle Istituzioni della Regione Umbria da Tiziana Casale che dell'Associazione è Presidente. Nasce un Osservatorio permanente degli scenari più complessi del mondo contemporaneo. Spesso la complessità si coniuga con la violenza, il disagio, gli abbandoni, la perdita dei diritti. Progetto donna sceglie di operare e stare accanto alle donne colpite dalla violenza in casa e fuori, emarginate da un universo maschile che le confina ai margini della società.

Tante donne hanno chiesto ed ottenuto il sostegno per i propri diritti, l'Associazione ha mobilitato le proprie energie organizzative e con la rete di operatori dalle molteplici competenze ( avvocati, sociologi, psicologi, insegnanti e formatori ) è andata incontro alle esigenze di chi, donne, ragazzi,  reclamava , spesso con dolore, una condizione di dignità.

L'Associazione,  in tempi brevi, ha portato avanti Progetti che non avevano come obiettivo solo la difesa delle donne ma, come accennavamo, tutti coloro che avevano subito esclusioni. Ai tanti giovani che vivono in questi tempi avvelenati dalla droga, dal mobbing, connessi patologicamente  ai media, con il conseguente fenomeno deviante del cyberbullismo, ha rivolto la propria attenzione e il proprio sostegno, soprattutto nelle Scuole, attraverso un'innovativa offerta di formazione. Una " pagina" quella della "educazione affettiva" che non è una pratica educativa diffusa, nè sperimentata, soprattutto nelle Scuole italiane, di cui non abbiamo in Italia una sufficiente letteratura scientifica di ampio respiro cui fare riferimento per il nostro lavoro teorico.

Dopo anni di incontri, Progetto donna è cresciuta , ha ampliato la rete dei propri professionisti, ha rafforzato i suoi strumenti di informazione, formazione, accoglienza e supporto. I Corsi di "educazione affettiva" cui si faceva riferimento sono certamente quelli a cui Progetto donna tiene in grande misura. Destinati a giovani e ragazzi dalla Scuola d'infanzia alla Scuola secondaria superiore, i Corsi hanno come obiettivo un intervento, un aiuto a quei ragazzi che non sono in grado, per molteplici e gravi motivazioni, di decifrare la complessità delle loro emozioni.

E' necessario, utile proporre a i ragazzi, ai giovani, spunti di riflessione sul proprio vissuto per migliorare le relazioni interpersonali e la percezione del sè. Tale intervento spesso ha come effetto il miglioramento delle condizioni psichiche eppure delle performance scolastiche che proiettano in modo positivo, con minori disagi, il giovane verso il futuro.

Molte altre iniziative progettuali hanno messo al centro le donne in cerca di aiuto/ascolto: è stato individuato un luogo privilegiato (  si è già individuata una sede ufficiale, in attesa del suo ottenimento)  per le donne in cui scambiare riflessioni, organizzare eventi volti a promuovere la cultura della non violenza in ogni contesto e fascia sociale/economica , senza distinzione di età e sesso. Si stanno progettando Corsi di formazione professionale che, sulla base  della valutazione delle capacità ed esperienze individuali, possano diventare un momento di inserimento e collocazione sociale delle donne  che si rivolgono all'Associazione.

Molti altri progetti sono in partnership: con Associazione Lavoro Over40 una realtà nazionale che difende chi ha perso il lavoro in età matura; importante la collaborazione con la LIDU,  Lega italiana dei diritti umani, con cui Progetto Donna ha organizzato nel 2017, Convegni e Corsi di elevata qualità scientifica. Facciamo riferimento al Convegno sul Cyberbullismo, realizzato a Perugia il 4 maggio 2017, presso la sede della Provincia, presenti il Presidente della LIDU, L’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Psicologi dell’Università di Perugia, Consigliere di parità della Regione Umbria e della Provincia, l’ Osservatorio nazionale Adolescenza ecc. Il Convegno nel pomeriggio ha approfondito con gli esperti di Progetto donna problematiche di grande rilievo.

Dal 5 maggio Progetto donna, in collaborazione con la Lega dei diritti umani, con l’Associazione italiana di  Psicologia giuridica, l’Osservatorio nazionale adolescenza, l’ANCRI di Foligno,l’Associazione italiana famiglie vittime della strada, ha organizzato,fino al 6 giugno, il Corso di alta formazione in vittimologia e Victim Support, assistenza, sostegno e protezione delle vittime di reato. La partecipazione al Corso prevede 20 crediti formativi per gli avvocati. Vogliamo segnalare la presenza di Progetto donna all’ inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Appello di Perugia il 28 gennaio 2017.

L’ Associazione ha evidenziato la necessità nei processi civili e penali di garantire da parte della magistratura il principio di uguaglianza sostanziale ai sensi dell’articolo 3 comma 2 della Costituzione e l’articolo 51 della Costituzione che ad oggi non risulta pienamente attuato.

Nei processi penali ha chiesto di realizzare,  per garantire l’ assistenza ed il sostegno delle donne vittime di violenza, di istituire e  garantire una corsia preferenziale ai reati contro la persona,  in modo da non trattarli e non confonderli in udienza assieme a reati di tipo di diverso. Si è chiesto di  garantire tempi rapidi di indagine e di dibattimento con particolare attenzione alla fissazione delle indagini e dei rinvii  delle udienze in tempi rapidi comprendendo che la lungaggine processuale ed il veder trattare la propria vicenda umana assieme a reati di natura diversa costituisce una seconda vittimizzazione.

Si è chiesto, in particolare, di negare le attenuanti generiche agli imputati nelle richieste di condanna e quindi di chiedere da parte della Procura pene significative e corrispondenti alla gravità del reato per i fatti che riguardano la violenza nelle relazioni strette, le lesioni volontarie ed i maltrattamenti con particolare riferimento a quelle dove l’arma offensiva è l’acido o armi da taglio, garantendo speciali misure di protezione.

Si è chiesto di rispettare in definitiva la condizione di vittima delle donne applicando di fatto le indicazioni espresse nella direttiva europea 29 del 2012, purtroppo ad oggi del tutto sconosciuta nei Tribunali Italiani.  L’Associazione si è dotata nell’era del digitale di molti strumenti mediatici che rendono più immediata ed efficace la comunicazione.

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