Perugino, Carlo III e The Queen, breve immersione nell’arte ironica e iconica di MaMo
Personale nel cuore della città presso la Mearini Fine Art di Perugia
Massimiliano “MaMo” Donnari non si ripete, ma seguendo l’insegnamento di Andy Warhol (permettete l’accostamento) serializza le sue opere, rendendole pezzi unici dell’immaginario pop(olare), impreziosendole di particolari, minuzie, accenni, che rendono unico ogni singolo pezzo.
La piccola, compatta e breve, esposizioni presso la casa d’arte Mearini Fine Art, è un gioiellino incastonato tra preziosi reperti d’archeologia e di arte, nel cuore della città, in un palazzo storico che narra l’evoluzione secolare di Perugia.
Le opere di MaMo rimandano alla sua prossima mostra londinese, quindi la serie della Regina Elisabetta, con tanto di cristallo dentale e mini Air Jordan sui completi pastello della Queen. La regina non c’è più e allora God save the king, con Carlo III e il suo sorriso a dentatura completa, con corona, medaglie, monete, cordoni e una posa “napoleonica”.
Su tutti, però, c’è lui, Pietro Vannucci, detto il Perugino, nell’anno cinquecentenario. Un Pietro con i capelli lunghi (assomiglia un po’ a Drupi, scherziamo guardando l’opera), la coccarda tricolore, lo stemma della scuola comunale con il Grifo bianco in campo rosso, il pass della Galleria Nazionale dell’Umbria (dove si è chiusa da poco una grande mostra sul “meglio maestro”), il corpo realizzato con i tubetti di colore schiacciati, la firma in oro e, richiamo non voluto, o forse pensato, quel pennello in alto, che rimanda al pennello della statua ai Giardini Carducci, a firma di Enrico Quattrini, che sparì tanto tempo fa e che è stato reintegrato solo grazie al restauro con l’Art Bonus.