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Alla Biblioteca delle nuvole si parla sul tema ‘La morte e la morale in Batman’

Alla Biblioteca delle nuvole si parla sul tema ‘La morte e la morale in Batman’. Ossia come questo ‘giovanotto’ di 83 anni riesca ancora a sedurre milioni di fumettofili in tutto il mondo, grazie alle storie concepite, sceneggiate e disegnate da geni di quel mondo. Relazionano i fumettosofi Claudio Ferracci, Marco Cannavò e il giovane (preparatissimo) Tiziano Scricciolo. Un tris d’assi che propone, a titolo esemplificativo, altrettante storie degli anni Ottanta.

Si spiega in cosa consista il Nuovo Rinascimento del fumetto americano, senza trascurare il considerevole apporto fornito da disegnatori italiani, non certo ultimi per meriti artistici e creativi. Inizia Ferracci con la storia “The killing Joke” (1986) in cui si evoca il nome del Joker, tradizionale nemico dell’Uomo Pipistrello e metafora del male. È ritenuta la terza storia più importante di sempre nella qualificata produzione di Alan Moore. Si dimostra come, in chiusura del racconto, i due nemici possano anche condividere una sonora risata: una risata li travolgerà. Sottolineando una pseudo filosofia, ma non lontana dal vero, secondo la quale sono gli eventi, per non dire il Caso, ciò che determina la natura e la direzione delle nostre scelte esistenziali. A riprova di come il fumetto possa travalicare i limiti del puro divertissement per attingere acqua al pozzo della riflessione.

Marco Cannavò propone una storia che ha scelto di denominare “La mossa del cavallo”, rubando un titolo a Camilleri. In realtà la vicenda s’intitola “Il ritorno del cavaliere oscuro” (The Dark Knight Returns) in cui il nero del Pipistrello e il total black del cavallo assumono notazioni di carattere metaforico. Si tratta di una miniserie di quattro fumetti, scritta e disegnata da Frank Miller, pubblicata sempre nel 1986.

Eccezionale la vicenda raccontata da Tiziano Scricciolo: “Morte in famiglia”, scritto da Jim Starlin e disegnato da Jim Aparo, con copertine realizzate da Mike Mignola. In esso si narra della morte del secondo Robin, Jason Todd, ad opera del Joker, nemesi dell’uomo pipistrello. Si tratta – dice il relatore – di una prima esperienza di “televoto”. I lettori furono infatti invitati ad esprimersi circa l’opzione tra il far morire o vivere il personaggio di Robin. Ovviamente, il disegnatore dovette predisporre le tavole relative a entrambe le soluzioni. Vinse quella più tragica.

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