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VISTI PER VOI All’arena del Borgobello “Vuoti”, uno spettacolo “pieno” di riflessioni sulla condizione giovanile

Lo propongono Breakfast Club Teatro & Micro Terra Marique, con due giovani interpreti, Ilaria Pigliautile e Francesco Rinaldi, diretti con mano sicura e piglio professionale da Claudio Massimo Paternò

All’arena del Borgobello “Vuoti”, uno spettacolo “pieno” di riflessioni sulla condizione giovanile. Lo propongono Breakfast Club Teatro & Micro Terra Marique, con due giovani interpreti, Ilaria Pigliautile e Francesco Rinaldi, diretti con mano sicura e piglio professionale da Claudio Massimo Paternò.

Il tema è quello dei giovani “vuoti a perdere”, in un società che non si cura della loro condizione sociale, economica, antropologica. Tanto che i due vivono in perenne attesa di Godot. O come Giovanni Drogo alla fortezza Bastiani nel Deserto dei tartari.

C’è felice pantomima e poetica circense, suggeriti da costumi felliniani. Materiali di scena ridotti all’essenziale: una bottiglia vuota, legata talora a una corda, in attesa del varo di quella nave che si chiama lavoro, civismo, solidarietà. Una corda lunghissima, che s’intreccia e risulta difficile da districare, come gli snodi di una condizione esistenziale confusa e contraddittoria. E poi qualche palloncino, una sedia, un ascensore immaginario che rievoca l’epoca dell’‘ascensore sociale’, quando i giovani potevano, con impegno, aspirare a salire la scala della collocazione nel mondo, operazione oggi sempre più impervia.

In questa ricerca del Graal, si lotta tra scherzi cinici e lirismo, si ride e si riflette. Perché è proprio il riso, nevrotico e amarissimo, non la derisione, a fornire la misura delle contraddizioni in cui il mondo giovanile si dibatte, invischiato dalla crisi.

Questa società “contenitore” si mostra inadeguata a fornire speranza e contenuti alle fasce giovanili, sempre più neglette e costrette all’invenzione quotidiana dell’arrabattarsi. Classi subalterne per definizione, subentrate alle masse operaie e contadine di un tempo. Con la differenza di un diploma o di una laurea in più.

Uno spettacolo, insomma, che propone riflessioni, non soluzioni. Dice la verità sorridendo. Con amarezza. Ma forse (anche) con un filo di speranza.

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