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A festeggiare Halloween si può andare anche al Manu. Per coniugare divertimento e cultura

A festeggiare Halloween si può andare anche al Manu. Per coniugare egregiamente divertimento e cultura. Al Museo Archeologico di San Domenico scopriremo meraviglie che si legano alla festa di morti… viventi, teschi e pipistrelli. Dice una scheda del Manu: “Aspettando Halloween e le creature mostruose che popolano la notte del 31 ottobre, proponiamo un’urna in travertino della tomba dei Cacni, rinvenuta a Elce nel 2003, con Scilla che impugna probabilmente un remo parzialmente conservato, con doppia coda anguiforme e ampie ali di pipistrello al posto delle più frequenti ali piumate”. Insomma: un’interpretazione decisamente demoniaca, con quelle ali minacciose e repellenti (specie in tempi di coronavirus, viene da dire).

Tanto per contestualizzare il prezioso reperto, ricorderemo che questa è una delle 22 urne cinerarie policrome in travertino con una particolarità tutta elcina: la sfoglia oro che impreziosisce i manufatti e documenta il livello di ricchezza della famiglia dei Cacni. Ricordo, incidentalmente, che all’epoca del reperimento, con successivo trafugamento, l’Inviato Cittadino insegnava alla Leonardo da Vinci, a pochi passi dalla necropoli, e sentiva distintamente il rumore di quei lavori, decisamente interminabili e tali da generare qualche sospetto. 

Infatti – come poi si seppe – oltre a restaurare quell’edificio, qualcuno si adoperava a scavare, sollecitato dal ritrovamento di qualche oggetto “interessante”. Il materiale fu trafugato e recuperato, dieci anni dopo, dal Nucleo speciale dei carabinieri. Ma cosa c’entra l’urna di Scilla con Halloween? Scilla (che evoca immediatamente la “collega” Cariddi) è il demone femminile alato abitante dell’Oceano, a guardia degli stretti, come quello di Sicilia, presente là dove la terra finisce e inizia il regno dei morti. Eccoci, dunque, ancora ad Halloween. E poi quelle ali di pipistrello sono inequivocabili. Roba da ribrezzo.

Impossibile non ricordare le traversie marinare sofferte da Odisseo, durante il suo viaggio. Scilla è, appunto, simbolo del viaggio per mare, metafora del passaggio verso un’esistenza ultraterrena, dove corredo di armi e di unguentari può sempre far comodo… non si sa mai. Conclusioncina cultural-pedagogica. Non potendo folleggiare con maschere e abiti terrifici, portiamo bambini e ragazzi, e andiamoci anche noi adulti, al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria. Ne usciremo certamente più istruiti. E, magari, ci saremo pure divertiti.
 

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